
Elena Buccoliero
“La Commissione d’inchiesta sulla tutela dei minori deve avviare al più presto un’indagine riguardo all’attività svolta in questi anni dalla direttrice della Fondazione regionale per le vittime di reati. Il suo ruolo di giudice onorario del Tribunale dei Minori di Bologna, e al tempo stesso di membro esecutivo della Fondazione, potrebbe aver provocato un profondo conflitto di interessi innescando anche anomalie nell’assegnazione dei fondi elargiti dalla Fondazione ai casi giudiziari al centro dell’inchiesta di Bibbiano”.
È quanto chiede Raffaella Sensoli, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna, riguardo alle recenti polemiche che hanno riguardo l’attività della ferrarese Elena Buccoliero, giudice onorario del Tribunale dei minori di Bologna e attuale direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reati.
“Crediamo che sia opportuno da parte della Commissione valutare attentamente un aspetto che fino ad oggi non è ancora stato chiarito – spiega Raffaella Sensoli -. L’attuale direttrice della Fondazione risulta essere contemporaneamente giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna, dove si occupa di procedimenti penali, amministrativi e sulla responsabilità genitoriale, anche in casi rientranti nella sfera d’interesse della nuova Commissione d’inchiesta regionale e, in particolare, potrebbe aver proposto, in casi specifici, l’assegnazione di fondi della Fondazione prima ancora della sentenza dell’autorità giudiziaria. Senza contare che lei stessa ha svolto parte della propria attività formativa specifica presso il Centro Studi Hansel e Gretel di Torino, in particolare nel 2017-2018 con il corso di alta formazione in Gestione e sviluppo delle risorse emotive e nel 2012-2013 con il corso di perfezionamento universitario Cura, psicoterapia, trattamento delle emozioni e nel 2010 con un corso per conduttori di gruppo”.
Ecco perché la consigliera regionale M5S ha presentato una richiesta di avviare un’attività di inchiesta nei confronti della direttrice della “Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati” che possa eventualmente portare, nei suoi confronti, alla proposta della mozione di censura prevista dall’articolo 31, dello Statuto regionale. “La Regione, come socio della Fondazione per le vittime dei reati, crediamo che abbia il dovere di prendere una posizione su questa vicenda, sia per difendere l’attività della Fondazione stessa che per assicurare massima trasparenza” conclude Sensoli.
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