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25 Agosto 2019

Tante donne in giuria alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

di Redazione | 3 min

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Lucrecia Martel (foto di Eugenio Fernández Abril)

La 76a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia avrà inizio il 28 agosto e ormai le giurie son state definite, compresi i cambiamenti dell’ultimo minuto, come quello riguardante la regista canadese Mary Harron, già parte della Giuria Orizzonti, che subentra alla regista australiana Jennifer Kent, impossibilitata a venire a Venezia.

Al suo posto, nell’altra Giuria subentrerà il regista uruguayano Álvaro Brechner.

Ma, per andar con ordine…

La regista argentina Lucrecia Martel (Zama, La mujer sin cabeza) presiederà la Giuria internazionale del Concorso. La scelta, come sempre è stata fatta dal direttore Alberto Barbera, che l’ha così motivata: “Quattro lungometraggi e una manciata di corti, in poco meno di vent’anni, sono bastati a fare di Lucrecia Martel la più importante regista latino-americana e una delle maggiori al mondo. Nei suoi film, l’originalità della ricerca stilistica e il rigore della messa in scena sono al servizio di una visione del mondo esente da compromessi, dedita all’esplorazione dei misteri della sessualità femminile, delle dinamiche di gruppo e di classe (…)”.

Particolarmente interessante il lavoro, in genere, della regista, sperimentatrice e continua ricercatrice di nuovi linguaggi e di loro possibili meltin’pot. Infatti retrospettive del suo lavoro sono state proiettate in molte istituzioni culturali e artistiche quali Harvard, il MoMA, il Lincoln Center, Cambridge e il Tate Museum di Londra, insieme con una serie di masterclasses sul suono e la narrazione che la Martel ha tenuto nel mondo.

La sezione Orizzonti sarà gestita invece dalla nostra brava Susanna Nicchiarelli, autrice in crescita, regista, come si ricorderà di Nico, 1988 suo terzo film presentato in concorso nella sezione Orizzonti della 74a Mostra del Cinema di Venezia di due anni fa.

Trine Dyrholm, protagonista di Nico e la regista Susanna Nicchiarelli

A dar volto a Nico era la splendida attrice danese Trine Dyrholm (Orso d’argento per la migliore attrice a Berlino nel 2016 per La comune) nata come cantante e poi attrice feticcio di Susanne Bier e Thomas Vinterberg, uno dei fondatori del movimento cinematografico danese Dogma 95. Il film racconta gli ultimi tre anni di vita dell’artista Christa Päffgen, in arte Nico, donna bellissima, musa di Warhol, cantante dei Velvet Underground, nota per essere stata anche l’amante di star come Brian Jones, Jim Morrison, Bob Dylan, Alain Delon e Iggy Pop.

La giuria di Venice Virtual Reality sarà presieduta da Laurie Anderson, compositrice, artista, regista statunitense, grande performer a 360° senza eguali. Il suo eclettismo, tra arte, musica, elettronica – per non citare che poche delle ‘discipline’ con cui si misura da sempre – si può riallacciare alla sperimentazione di Philip Glass, John Cage, noto da decenni al pubblico colto ferrarese per arrivare ai Fluxus e, soprattutto, a Lou Reed, suo marito oltreché ‘compagno’ di vita e professione.

Ancora un’italiana, la regista Costanza Quatriglio a presiedere (Italia) la sezione Classici. Esordiente a Cannes, ai primi anni duemila, continua, nel tempo, l’amore per il cinema del reale e per l’ibridazione dei linguaggi. Vincitrice di numerosi riconoscimenti, tra cui numerosi Nastri d’Argento, il premio cinematografico italiano più antico creato dal Sngci, il Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani, tra cui il Nastro d’Argento per il Miglior Documentario nel 2015, vincitore del Premio Cipputi come Miglior Film sul mondo del lavoro al 32° Torino Film Festival e Premio Speciale 2016 ai Nastri d’Argento, nella categoria Documentari, con il suo 87 ore.

Infine, sarà doveroso citare il mitico Emir Kusturica, regista e, perché no, artista polivalente che certo non ha bisogno di presentazioni, il presidente della giuria del premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”.

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