Argenta
19 Agosto 2019
La studiosa Elena Zauli delle Pietre dell'associazione Aerei Perduti Polesine racconta un dietro le quinte della storia locale legata alla Seconda Guerra Mondiale

La storia del caccia precipitato (e sepolto) a Fiorana di Argenta

di Redazione | 3 min

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Di Kogo – photo taken by Kogo, GFDL

Argenta. Era pilotato dal sergente Lord, era un caccia alleato del 111° squadrone della Royal Air Force inglese, decollato alle 9,20 del 20 aprile 1945 dall’aeroporto di Punta Marina/Marina di Ravenna poi precipitato a Fiorana di Argenta e, da due anni a questa parte, oggetto di vani tentativi di recupero.

A svelare la storia dietro il velivolo militare è Elena Zauli delle Pietre dell’associazione Aerei Perduti Polesine, che da vent’anni ormai conduce ricerche storiche in materia.

“Son due anni che si cerca di estrarre dalla terra quel che rimane di un caccia inglese precipitato durante la Seconda Guerra Mondiale. Tale tentativo che, purtroppo non ha dato i risultati sperati, pareva assolutamente necessario per permettere l’identificazione dell’aereo. Ma non è così – spiega Zauli delle Pietre -. L’Associazione di storici dell’aviazione Aerei Perduti Polesine sa esattamente non solo di che aereo si tratta, ma anche di chi lo pilotò. Tale conoscenza nasce da profonde competenze storico archivistiche, da oltre 20 anni di studi e di ricerche, dalla comparazione di dati sia provenienti dai database Royal Air Force sia da quelli archivistici legati al nostro territorio. Pertanto, i dati emersi da tali studi sono inequivocabili e senza margine di errore. Ed è attraverso essi che possiamo raccontare una storia, che vorremmo fosse diffusa per non dimenticare quel che fu la guerra aerea nella nostra Regione”.

Secondo la ricostruzione offerta, dunque, quel 20 aprile del 1945 ben “12 Spitfires del 111° Sqn. Royal Air Force decollarono alle ore 9.20 dall’aeroporto di Punta Marina/Marina di Ravenna, per bombardare un ponte di barche tra Passosegni e Santa Maria Codifiume. I cacciabombardieri inglesi giunsero sull’obiettivo alle 9.40, ed iniziarono un bombardamento in picchiata che, da 7 000 piedi, doveva chiudersi a 2000 piedi (da 2100 m a 600 m). L’azione fu estremamente efficace e il ponte fu dichiarato distrutto”.

Non tutto filò liscio, perché “gli Spitfires furono contrastati da un’intensa e accurata flak (contraerea tedesca) posta nell’area” e in questa occasione “un aereo venne colpito sul target, ma non precipitò. Il pilota inglese riuscì a mantenere il controllo del velivolo fino all’altezza di Argenta, quando fu costretto ad abbandonare il suo caccia lanciandosi con il paracadute. Si trattava del Sgt. Lord: egli atterrò a circa 3,5 miglia est di Argenta e riuscì a ritornare incolume alla Base. Egli volava sullo Spitfire IX MH974 M”.

“Dal diario operativo inglese – spiega la studiosa – sappiamo che l’attacco venne condotto dal leader del 111° Sqn, L.W. Farrow. 12 cacciabombardieri inglesi decollarono per raggiungere e bombardare un ponte di barche sul fiume Reno. In tale occasione il Sgt. E.A. Lord, giovane di anni ed esperienza operativa, venne notato per il suo atteggiamento estremamente responsabile: infatti egli fu segnalato per essersi comportato come un veterano per la sua condotta sia durante il dive bomb sia per essere stato in grado di condurre il suo aereo colpito il più lontano possibile dalla linea del fronte. Non dimentichiamo che in quei giorni, Argenta era già stata liberata pertanto e il Sgt. Lord riuscì a cadere in territorio amico”.

“Lord – racconta Zauli delle Pietre – toccò terra col suo paracadute in una zona allagata a est di Argenta, quindi gonfiò il suo gommone sul quale rimase sino all’arrivo dei soccorsi portati da una squadra della polizia militare. Tratto in salvo fu rifocillato con una forte dose di brandy.
Il Sgt. E.A. Lord era giunto nel 111° Sqn il 7 aprile 1945. Aveva svolto il primo volo pratico il 9 aprile ed aveva svolto la sua prima azione di guerra il 10 aprile. Quando venne abbattuto era alla dodicesima missione. La sua ultima azione operativa fu il 30 aprile 1945 su Udine. La guerra finì dopo due giorni”.

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