Desmond Richard Blackmore
Desmond Richard Blackmore ha scontato la pena, ma la ritrovata libertà non la potrà godere in Italia: l’uomo londinese che venne condannato in via definitiva a 15 anni e 2 mesi di reclusione per aver ucciso la moglie e aver cercato di occultarne il cadavere, è stato riaccompagnato domenica in Inghilterra.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha firmato il provvedimento di allontanamento per motivi imperativi di pubblica sicurezza, come riportato inizialmente dall’agenzia Nova.
Blackmore è uscito dal carcere nella giornata di sabato e subito è stato preso in custodia dal personale della questura di Ferrara, per essere accompagnato all’aeroporto di Bologna, dove è stato messo in un volo diretto per Londra.
Il 2 marzo del 2007, in via Adua a Ferrara, asseritamente dopo una violenta discussione, Blackmore prese un cuscino e continuò a premerlo sul volto della moglie, Oletta Barone, fino a ucciderla.
L’uomo lasciò il cadavere nella camera da letto, fece una lavatrice e si recò al lavoro – era un dipendente dell’Amsef, l’azienda pubblica che si occupa dei servizi cimiteriali – per non destare sospetti. Al suo ritorno in casa, avvolse la salma in un lenzuolo per farlo sparire, ma inciampò mentre faceva le scale, e il corpo della signora Barone scivolò, andando a rompere un vaso di piante ornamentali, destando l’attenzione dei vicini. Lui raccontò che era inciampata.
Per i carabinieri ci volle però poco a capire cosa era successo davvero e Blackmore, dopo aver inizialmente negato, confessò la notte stessa davanti al pm Filippo Di Benedetto.
L’uomo venne condannato in primo grado, nel luglio 2008, in rito abbreviato, a 18 anni e 8 mesi di reclusione, pena poi diminuita a 15 anni e 2 mesi in appello, così confermata e resa definitiva dalla Cassazione a fine novembre 2010.
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