Naomo Lodi indagato per peculato. Già chiuse le indagini
Nicola Lodi, detto Naomo, dopo la condanna in primo grado a 2 anni e 10 mesi per induzione indebita, rischia di affrontare un ennesimo processo penale. Questa volta l'accusa è di peculato
Nicola Lodi, detto Naomo, dopo la condanna in primo grado a 2 anni e 10 mesi per induzione indebita, rischia di affrontare un ennesimo processo penale. Questa volta l'accusa è di peculato
Fondamentale per la sentenza è stato il riconoscimento dell'assenza di "problematiche relative alla meritevolezza". La libera professionista non aveva infatti contratto debiti in modo irresponsabile, ma era stata travolta da eventi esterni ritenuti a lei non imputabili
Era stato querelato per diffamazione dall'azienda per la quale lavorava a Bondeno ma il Tribunale di Mantova lo ha assolto perché il fatto non costituisce reato ritenendo la volontà di diffamare "palesemente assente"
Continua il problema dello spaccio in Gad e la conseguente opera di deterrenza delle forze dell'ordine. I carabinieri, transitando nei pressi del parchetto di via Porta Catena, nota un giovane che si avvicina a un uomo seduto su un muretto del parco.
Si è schiantato sui prati di Palmirano, a poche centinaia di metri dall'ospedale di Cona, un ultraleggero guidato da un uomo di 66 anni. La chiamata ai vigili del fuoco e alla Polizia di Stato è arrivata intorno alle 11.45. A dare l'allarme sono stati alcuni automobilisti di passaggio

Desmond Richard Blackmore
Desmond Richard Blackmore ha scontato la pena, ma la ritrovata libertà non la potrà godere in Italia: l’uomo londinese che venne condannato in via definitiva a 15 anni e 2 mesi di reclusione per aver ucciso la moglie e aver cercato di occultarne il cadavere, è stato riaccompagnato domenica in Inghilterra.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha firmato il provvedimento di allontanamento per motivi imperativi di pubblica sicurezza, come riportato inizialmente dall’agenzia Nova.
Blackmore è uscito dal carcere nella giornata di sabato e subito è stato preso in custodia dal personale della questura di Ferrara, per essere accompagnato all’aeroporto di Bologna, dove è stato messo in un volo diretto per Londra.
Il 2 marzo del 2007, in via Adua a Ferrara, asseritamente dopo una violenta discussione, Blackmore prese un cuscino e continuò a premerlo sul volto della moglie, Oletta Barone, fino a ucciderla.
L’uomo lasciò il cadavere nella camera da letto, fece una lavatrice e si recò al lavoro – era un dipendente dell’Amsef, l’azienda pubblica che si occupa dei servizi cimiteriali – per non destare sospetti. Al suo ritorno in casa, avvolse la salma in un lenzuolo per farlo sparire, ma inciampò mentre faceva le scale, e il corpo della signora Barone scivolò, andando a rompere un vaso di piante ornamentali, destando l’attenzione dei vicini. Lui raccontò che era inciampata.
Per i carabinieri ci volle però poco a capire cosa era successo davvero e Blackmore, dopo aver inizialmente negato, confessò la notte stessa davanti al pm Filippo Di Benedetto.
L’uomo venne condannato in primo grado, nel luglio 2008, in rito abbreviato, a 18 anni e 8 mesi di reclusione, pena poi diminuita a 15 anni e 2 mesi in appello, così confermata e resa definitiva dalla Cassazione a fine novembre 2010.
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