Dopo l’inconsueta approvazione dei bilanci delle aziende sanitarie locali nel corso dell’ultima Conferenza territoriale socio-sanitaria, con le pesanti astensioni di Ferrara, Argenta, Copparo, Fiscaglia, Mesola, Codigoro e Jolanda di Savoia, intervengono la Provincia e quei comuni che hanno votato a favore.
Il nodo cruciale della questione è la dichiarata disparità di trattamento che i sindacati intravedono tra i tre distretti sanitari. Il dito è puntato sulla cosiddette ‘dimissioni difficili’ – imputabili ai livelli assistenziali fino ad un massimo di 60 giorni a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Nella provincia estense, a detta dei sindacati Cgil Cisl e Uil, “non trovano spazio nel distretto Centro-Nord e nel Sud-Est, mentre nel distretto Ovest sono garantite fino a giugno”. In sostanza, secondo i sindacati, nel territorio provinciale non è garantita l’uguaglianza dei servizi ed inoltre si agisce diversamente da quanto stabilito dal Ssn.
“È necessaria una maggiore attenzione al territorio – affermano ora in una nota congiunta la presidente della Provincia Barbara Paron e i sindaci di Ostellato, Riva del Po, Portomaggiore, Codigoro, Comacchio, Argenta, Goro, Tresignana, Fiscaglia e Vigarano Mainarda – partendo dalle dimissioni ospedaliere di soggetti fragili che vanno garantite da risorse del Fondo sanitario e non dal Fondo regionale per la non autosufficienza (Frna), in modo che vengano distribuite con equità a tutti gli aventi diritto, su tutto il territorio provinciale”.
Secondo Paron e gli altri sindaci “serve un aumento della rete delle cure intermedie, con più posti letto territoriali, che rappresentano una risposta appropriata per anziani fragili e con quadro clinico complesso”.
“È urgente, quindi – concludono -, una revisione dell’accordo quadro, così come già più volte ribadito, per renderlo coerente con il nuovo assetto della sanità ferrarese e i nuovi bisogni manifestati dai nostri cittadini”.
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