Politica
23 Luglio 2019
Nonostante i nuovi incarichi di direttore generale e segretaria particolare, l’economia dei ruoli funziona

Staff del sindaco, Fabbri risparmia quasi un milione di euro in 5 anni

di Marco Zavagli | 3 min

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I primi incarichi fiduciari assegnati da Alan Fabbri faranno spendere ai ferraresi circa un milione e 400mila euro in questa legislatura. Tre sono le figure che seguiranno il sindaco passo dopo passo: il direttore generale Sandro Mazzatorta, il portavoce Michele Lecci e l’addetta alla segreteria particolare Carla Bazzan.

Ma nonostante il sindaco leghista abbia introdotto due figure nuove (dg e segretaria particolare proveniente dall’esterno), il precedente staff era senz’altro più oneroso per le casse pubbliche.

Il precedente sindaco Tiziano Tagliani aveva fatto a meno di un direttore generale e utilizzava part time una segretaria particolare già dipendente del Comune, ma nel suo secondo quinquennio le spese per i suoi uffici – a meno che Fabbri non decida per nuove ulteriori assunzioni – superavano di circa 950mila euro quelle che si prefigge il suo successore.

Andiamo nei dettagli. Michele Lecci, prima addetto alla comunicazione di Fabbri e allo shitstorming, ricopre il ruolo che spettava fino a maggio Anna Rosa Fava, all’incirca con la stessa retribuzione. Fava era dipendente comunale, ma percepiva per questo ruolo un’indennità annua di 20mila euro (in totale 52.070 euro senza considerare gli oneri a carico del Comune, quantificabili in circa il 32% della retribuzione annua lorda).

Nella determinazione 1760 del 2019, esecutiva dallo scorso 18 luglio, si riportano le cifre che Lecci e Bazzan percepiranno fino alla fine del mandato di Fabbri.

Entrambi, a partire da settembre, godranno dell’indennità di 25mila euro che si aggiunge ai rispettivi stipendi, “quale unico emolumento accessorio aggiuntivo onnicomprensivo dei compensi per il lavoro straordinario, la produttività e per la qualità della prestazione individuale, previa verifica della performance individuale e dei risultati conseguiti”.

Nello specifico, Lecci percepirà uno stipendio tabellare di 20.344,08, cui vanno aggiunti 142,44 euro di indennità di vacanza contrattuale, 276 euro come elemento perequativo, 52,08 per indennità di comparto, 1.707,21 di tredicesima, oltre – come detto – ai 25mila di indennità ad personam.

In totale percepirà ogni anno da qui al 2024 47.575,46 euro (più 443,87 di accantonamento del tfr). Vengono poi i contributi a carico del Comune: 13.539,26 tra Inps e Inail e 4.081,64 di Irap. Ai ferraresi, in totale, Lecci costerà 65.196,36 euro ogni dodici mesi. Identiche cifre per Bazzan.

Viene poi lo stipendio di Mazzatorta, 113310,90 euro lordi che salgono a circa 154mila con gli oneri a carico dell’ente.

Nei cinque anni di contratto dei tre incarichi fiduciari (scadranno a fine mandato) si andranno a spendere quindi i predetti 1 milione e 400mila euro.

Nello specifico, dati della direzione del personale alla mano, lo staff di Fabbri costerà – senza contare gli oneri – 213.516,21 euro l’anno contro i 356.824,29 di quello di Tagliani. Il rapporto, all’incirca (ricordiamo che gli oneri a carico dell’ente corrispondono pressapoco al 32% della retribuzione lorda), è di 1.410.000 contro 2.356.000.

Questo grazie a una ottimizzazione delle risorse operata in questo mese. Lo staff di Tagliani infatti, anche se non contava la figura del direttore generale, era composto di sei elementi. Giovanni Lenzerini come capo di gabinetto percepiva 119.177,54 euro (sempre al netto degli oneri); Anna Rosa Fava 52.070; Graziana Bersanetti, segretaria particolare part time, 24.909. Venivano poi due due figure precarie assunte a tempo determinato destinate al’Urban Center: entrambe percepivano 24.998 euro l’anno. Chiudeva il conto Moreno Tommasini, direttore operativo, con 110.671,75.

Con la nuova legislatura Lenzerini è tornato ad amministrare Ferrara Tua, togliendo la voce del suo emolumento dal bilancio comunale. Fava, dipendente comunale è stata destinata all’Urban center sostituendo le due precedenti figure e risparmiando così sia l’indennità di 20mila euro che questa percepiva come portavoce, sia i due stipendi delle precedenti funzionarie a tempo determinato. Tommasini è passato in Regione.

Bersanetti, infine, è stata destinata all’Istituzione scuola, sostituendo una figura che è andata in pensione.

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