Occhiobello
18 Luglio 2019
I legali: “Oggi criticato, ha viceversa reso operativo il centro ed ha poi proposto un noto operatore del intenzionato al suo acquisto ma la proprietà non ha accettato la proposta e le trattative non sono proseguite”

Outlet di Occhiobello, l’ex amministratore respinge le accuse

di Redazione | 3 min

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Occhiobello. Se la società Occhiobello Outlet Village srl accusa l’ex amministratore di essere la causa dello stato di difficoltà attuale, proprio lui prende (metaforicamente) carta e penna e respinge ogni accusa, tramite i suoi avvocati Johannes Fabbio e Matteo Casalini.

Notano gli avvocati che, nel comunicato societario, il colpevole della situazione di crisi “viene anonimamente individuato nel precedente amministratore di Oov. Per amore della verità e a tutela della sua immagine professionale, si precisa che in tale comunicato vengono riportati come veri fatti che assolutamente non lo sono e che per di più vengono strumentalizzati al fine di collegare il dissesto di Oov con la sua attività gestoria, viceversa del tutto estranea allo stato di decozione societario che, come è noto ai soci di Occhiobello Outlet Village Srl, ha cause ben più lontane e diverse. Sarebbe bastata una semplice visura ipotecaria sul compendio immobiliare di Oov per avere piena contezza di quanto si afferma, come è peraltro ben noto a tutti coloro che hanno concorso negli anni, secondo i rispettivi ruoli, al finanziamento iniziale”.

Per i legali, “si sta parlando in modo denigratorio di uno stimato professionista, che è diventato amministratore di Oov quando la stessa già versava in una situazione di fortissima criticità maturata, per certo, in precedenza. Si ricorderà che a quell’epoca non era stato possibile nemmeno aprire il centro, che versava allora in gravi condizioni di abbandono. L’amministratore oggi criticato, succeduto ai precedenti amministratori della società, ha viceversa reso operativo il centro ed ha poi proposto alla proprietà un noto operatore del settore seriamente intenzionato al suo acquisto a condizioni che riteneva di interesse per la proprietà, per il ceto creditorio e, non ultimo, per la continuità del centro e per chi ci lavora. La proprietà tuttavia non ha inteso accettare questa proposta e per tale ragione le trattative non sono proseguite. È stato quindi lo stesso amministratore a sollecitare la propria sostituzione, prima ancora della naturale scadenza del suo mandato, poi finalmente avvenuta a due mesi da tale scadenza”.

E poi il contrattacco: “La proprietà, a un anno e mezzo di distanza dalla sua cessazione dell’incarico, continua a diffondere notizie contraddittorie sul futuro dell’Outlet, come del resto già da giugno 2018, allorquando aveva comunicato la vendita del centro a degli acquirenti dalla stessa scelti, prima identificati in un gruppo americano (in molti ricorderanno la bandiera americana sul pennone dell’Outlet) e poi in investitori canadesi. Merita infine un breve cenno l’azione di responsabilità avviata nei confronti dell’ex amministratore di cui si fa riferimento negli articoli: la criticità degli argomenti a sostegno di tale azione è già emersa nel corso della prima udienza dello scorso 3 luglio. È sintomatico, infatti, che in tale udienza il Giudice abbia ritenuto la predetta azione tanto incerta nella indicazione dei fatti e nella formulazione delle richieste, da rilevare la nullità ex art. 164 c.p.c. dell’atto di citazione, invitando la Occhiobello Outlet Village a precisare, a sanatoria di tale nullità,  di quale danno viene richiesto il risarcimento e il nesso causale fra specifiche condotte dell’amministratore e i danni lamentati. Un’ultima nota rende infine l’idea della serietà dell’ex amministratore: il professionista vanta tuttora, un risalente e rilevante credito nei confronti del socio di maggioranza di Oov ed è tuttora creditore di buona parte della sua pur modesta retribuzione quale amministratore della stessa Oov. L’auspicio – concludono gli avvocati – è dunque che tale credito verrà onorato con i proventi derivanti dalla cessione dell’Outlet”.

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