L’immagine pubblicata da Alan Fabbri sui social network per prendere le distanze dal comitato
C’è un modo sicuro di perdere le battaglie: attaccare l’avversario con modi rozzi, impolitici e inopportuni, in maniera tale da compromettere l’esito del combattimento.
Scegliere un nome che rievoca il Medio Evo (“Carlo Magno”) non è il massimo dell’intelligenza politica. Non perchè il Medio Evo sia stato “il tempo dei secoli bui” (caro Fabbri, studia meglio la storia e scoprirai di quante luci è pieno quel periodo) come vuole una sorta di “leggenda nera” diffusa ad arte, ma perchè certi richiami sono fuor di tempo e fuor di luogo, prestandosi a facili e velenosi attacchi.
Scegliere poi l’anonimato, trincerandosi dietro la denominazione di un comitato finora ignoto significa fare un regalo agli avversari, che hanno facile gioco nell’ironizzare sulla “setta” mascherata.
Invece di chiedere alle LGTB ferraresi di chiarire il proprio pensiero sulla riprovevole pratica dell’ “utero in affitto” (che vede Arcilesbica nazionale e le femministe su posizioni contrapposte a quelle “vendoliane” dell’Arcigay) si buttano, lancia in resta, in uno sconsiderato attacco frontale che la maggioranza dei cittadini non comprende. E anzichè pretendere dal sindaco chiarezza di pensiero sullo stesso argomento (non può sempre dire che rispetta le idee di tutti: forse ha preso dal padre democristiano…), perchè non lo incalzano sui provvedimenti concreti da assumere a favore della famiglia?
E non gli ricordano le parole e i cartelli di Naomo sulle “famiglie arcobaleno”?
Vien quasi da pensare che il Comitato “Carlo Magno” sia un’invenzione di chi vuole screditare la battaglia in difesa della famiglia tradizionale (“società naturale fondata sul matrimonio”, come forse diceva Carlo Magno ma come certamente dice la nostra Costituzione, che tutti devono rispettare).
Gino Fabbri
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