Giovane scomparso il 2 dicembre: il lieto fine per Chemkhi Yakoub
Come annunciato dalla Prefettura di Ferrara, le ricerche del 17enne Chemkhi Yakoub, scomparso il 2 dicembre, sono state revocate dopo che è stato rintracciato
Come annunciato dalla Prefettura di Ferrara, le ricerche del 17enne Chemkhi Yakoub, scomparso il 2 dicembre, sono state revocate dopo che è stato rintracciato
Scontro frontale nel tardo pomeriggio in via Bonzagni: due donne ferite e trasportate a Cona, disagi al traffico per i soccorsi
A sole 24 ore dal primo rilascio, un uomo di 61 anni residente a Ferrara è stato nuovamente arrestato dai Carabinieri per aver violato il divieto di avvicinamento imposto nei confronti dell'ex moglie
A pochi giorni dal patteggiamento per le false vaccinazioni Covid-19, Chiara Compagno affida ai suoi avvocati una “riflessione pubblica, nel rispetto delle istituzioni e di tutte le persone coinvolte”
Una donna di 72 anni è stata investita da un'auto mentre era in bicicletta lungo corso Isonzo, a Ferrara. L'incidente è avvenuto ieri mattina sul passaggio ciclopedonale che attraversa la strada

(archivio)
Vaccolino. Le esalazioni maleodoranti rimangono nonostante la condanna. Per questo alcuni residenti di Vaccolino porteranno avanti nuove azioni legali nei confronti della fonderia Evomek di Vaccolino, un tempo conosciuta come Tfc Galileo.
Ad annunciarle sono gli avvocati Claudio Maruzzi e Carmelo Marcello, che hanno rappresentato le parti civili durante tutto il lungo iter giudiziario, conclusosi una condanna ai soli fini civili, di Bruno Marfisi, titolare della Tfc.
“La Corte di Cassazione, sezione quarta, con sentenza del 12 marzo 2019, depositata il 25 marzo, ha scritto la parola fine rigettando il ricorso proposto dal Marfisi, confermando la condanna nei suoi confronti, agli effetti civili. Ma – rilevano i due legali – la parola fine purtroppo non è stata scritta dall’azienda Evomek, che, dalle lamentele che reiteratamente ci pervengono dai nostri assistiti, continua a produrre diffuse e persistenti emissioni maleodoranti e a rendere la vita impossibile alle famiglie degli stessi. Vane sono state le segnalazioni e le doglianze formulate alle autorità preposte e alla stessa azienda, che sembra del tutto indifferente alle ragioni delle persone che hanno la sventura di vivere a ridosso della fonderia. Essi elevano la propria disperazione, nostro tramite, per stigmatizzare il comportamento di chi, pur condannato come inquinatore, continua a farlo, totalmente noncurante della decisione del giudice. I nostri assistiti – annunciano gli avvocati Maruzzi e Marcello – si vedono costretti nuovamente a ricorrere alle opportune sedi penali e amministrative, chiedendo il rispetto della loro salute e dignità umana. Chiedono semplicemente di poter vivere in condizioni ambientali normali, dovendo constatare, loro malgrado, che chi persegue unicamente la logica del profitto non si cura minimamente dell’impatto sulla salute di determinate scelte di produzione industriale”.
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