Comacchio
11 Luglio 2019
Non si placa l'eco delle parole pronunciate dal presidente del Parco (e sindaco di Comacchio) a sostegno del progetto del Wwf, il Movimento 5 Stelle durissimo chiede un passo indietro anche alla direttrice Pagliarusco

“Dal Jova Beach Party messaggi aberranti, Fabbri si dimetta dal Parco del Delta”

di Redazione | 3 min

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di Giuseppe Malatesta

Comacchio. Dimissioni, ancora una volta dimissioni. Sono quelle che chiede a gran voce per Marco Fabbri ‘Parco in Movimento’, il coordinamento dei Meetup dei Comuni del Parco del Delta del Po emiliano-romagnolo, rappresentanti “allibiti dalle dichiarazioni del presidente e della sua sempre silente direttrice Maria Pia Pagliarusco”.

La pietra dello scandalo sono le parole pronunciate dall’anche sindaco di Comacchio a margine della presentazione della tappa comacchiese del Jova Beach Party, il concertone di Jovanotti sostenuto dal Wwf che toccherà sedici spiagge italiane entro l’autunno e che da mesi solleva polveroni e polemiche per la ‘paradossale’ contrapposizione tra lo spirito stesso dell’evento – tutto votato alla salvaguardia ambientale – e l’impatto sulle location scelte dell’imponente macchina che lo spettacolo stesso richiede.

“Parole inaudite riguardanti il disastro in corso su numerose spiagge libere d’Italia, tra cui Rimini e Lido degli Estensi, prese d’assalto da personaggi evidentemente con pochi scrupoli e spianate per ettari dai trattori” sottolineano in una nota durissima i Meetup.

“Piuttosto che umanizzare il fratino, Fabbri suggerisce di aprire una discussione seria attorno a Jovanotti e al messaggio che il Wwf lancerà con lo show: come se ci fosse molto da discutere davanti a specie a rischio grave di estinzione che nidificano in queste settimane negli ultimi tratti di spiagge libere scelte da Jovanotti per il suo show, e che in Emilia Romagna sono già state massacrate dal maltempo di maggio”.

“Per non parlare poi delle dune, consolidate da secoli, con la loro flora e fauna protette: preziosi elementi di protezione dall’erosione costiera e dall’ingressione salina, tesori di biodiversità distrutti in poche ore e perduti per sempre”.

“E se di messaggi dobbiamo parlare – aggiungono – il più grave e aberrante è quello lanciato dal Jova Party a migliaia di giovani: assalto, distruzione e consumo ‘usa e getta’ delle spiagge libere e degli ultimi luoghi incontaminati del nostro Paese in nome del profitto. Troppo facile utilizzare i ‘beni comuni’ anziché i palazzetti a pagamento o i luoghi attrezzati per fare business”.

Il Movimento 5 Stelle – che ha già presentato un’interrogazione in merito al Ministero dell’Ambiente grazie alle portavoce alla Camera Ilaria Fontana e Patrizia Terzoni, e in Regione, con Andrea Bertani – stigmatizza ancora Fabbri che sostiene di voler ‘evitare di amplificare l’ignoranza di alcuni pochi’: “La sapienza di molti, invece, risuona forte nelle dichiarazioni vergognose di un presidente di un Parco che parla senza dimostrare un briciolo di umiltà, competenza e sensibilità verso il preziosissimo patrimonio ambientale dell’Istituzione che presiede. Avesse almeno tentato di imitare l’amministrazione di Rimini che, per bocca della propria assessora Anna Montini, ha cercato di esprimere interessamento e preoccupazione per la sorte dell’avifauna protetta ospitata sulla spiaggia di Miramare e oggi assalita dal Jova Party”.

“Per questo ed altri motivi che da molti mesi si stanno accumulando sui territori del Parco del Delta del Po e sulle spalle dei cittadini (dalla vicenda ex Cercom a quella dello zuccherificio di Comacchio, dalla gestione scellerata dell’Oasi di Punte Alberete, all’interramento della Pialassa dei Piomboni a Ravenna, al disastro ambientale della Berkan B in corso sempre ai Piomboni, ai lavori senza autorizzazione per un mese al Bevano) chiediamo con forza le dimissioni di Fabbri e Pagliarusco” concludono dal ‘Parco in Movimento’.

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