Attualità
20 Giugno 2019
I maturandi sollevati esorcizzano i timori. Ora focus diversi a seconda degli istituti: al Classico si temono gli orali a sorteggio, al Roiti lo scritto d'indirizzo

Gli studenti archiviano la prima prova: “Tracce complesse ma fattibili, il timore è l’orale”

di Redazione | 5 min

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Anche quest’anno, in modo più o meno traumatico, la paura dell’esame di maturità è stata esorcizzata questa mattina con l’avvio della prima prova scritta per 2596 studenti ferraresi alle prove con gli elaborati sulla base delle tracce che quest’anno sono sembrate un po’ più complicate del solito, tranne che con qualche eccezione.

E se in molti alla fine hanno deciso di lanciarsi in un’interpretazione della traccia sull'”illusione della conoscenza”, producendo un saggio breve che lascia un po’ più di mano libera rispetto alle analisi dei testi degli autori, è anche vero che dal punto di vista degli studenti l’assenza del tema storico dalle tracce che tanto aveva fatto discutere gli esperti non ha lasciato vuoti particolari, venendo riempito abbondantemente dall’ingresso di personaggi come Leonardo Sciascia e Carlo Alberto dalla Chiesa che hanno permesso comunque di scavare nel passato della storia nazionale.

L’esercito di studenti (1247 liceali, a cui si aggiungono 770 studenti di una scuola tecnica e 579 di un istituto professionale, sotto l’occhio di 63 commissioni nel Ferrarese su un totale regionale che supera le 800 nell’anno in cui si è registrato il record di ammessi all’esame, il 96.3% a livello nazionale e il 96.6% in Emilia-Romagna), si è quindi messo in moto dalle 8.30 con l’ingresso in classe e l’invio da parte del ministero delle chiavi per l’apertura delle ‘buste elettroniche’ contenenti le tracce.

Il vero avvio dell’esame a Ferrara, una volta completate le formalità burocratiche, si è avuto quindi pochi minuti dopo le 9. E poco dopo lo scoccare delle tre ore di prova, prima delle quali non è possibile uscire anche in caso di completamento del compito, i primi studenti iniziano a lasciare le sedi d’esame.

Uno dei primi ad uscire, casco in mano intorno alle 12.40, è Mirco Leonetti, studente del liceo classico Ludovico Ariosto. Lui, come tanti, ha scelto il tema sulla conoscenza e l’innovazione — “il B2” —, perché “rispetto alle simulazioni che abbiamo fatto le tracce erano un po’ più difficili e sinceramente mi interessavano un po’ di meno”, ammette candidamente, “e anche se probabilmente è un’impressione soggettiva il confronto con gli altri ha confermato la mia impressione. Il tema l’ho fatto anche abbastanza velocemente perché mi sono venute in mente un po’ di cose di getto e quindi non l’ho trovato così difficile”, spiega poi, rilevando che dal punto di vista della tecnologia — centrale nella traccia — “nelle simulazioni avevamo parlato di intelligenza artificiale, quindi avevamo già studiato l’argomento”.

Poco dopo di lui dai cancelli dell’Ariosto arriva invece Martina Migliari, che ha scelto lo stesso tema trovandolo sì “fattibile” anche se “abbastanza complesso. Era comunque uno dei temi più interessanti, sapevo già cosa scrivere fin dall’inizio quando ho letto la traccia a differenza degli altri. La vera difficoltà forse era l’interpretazione soggettiva”, dice.

Sara Fantoni invece ha scelto l’analisi di un testo di Ungaretti: “ma anch’io ero indecisa su quale fare, poi mi sono resa conto che in tre anni non avevo mai fatto un testo argomentativo e non mi sembrava il caso di osare troppo proprio oggi”, scherza, menzionando poi la fortuna di aver ripassato l’autore proprio negli ultimi giorni “e quindi non mi sembrava nulla di così complicato sui temi. Alcune domande comunque richiedevano molta interpretazione. Forse avrei potuto aggiungere qualcosa in più ma non ho rimpianti, sono felice di aver scelto quella traccia, ora la vera paura è per l’orale, quello mi disturba da giorni”.

La traccia su Ungaretti ha invece spiazzato Chiara Anastasia Birtig, a cui però le altre tracce sono piaciute. Anche lei ha scelto il testo argomentativo sulla conoscenza, anche lei perché l’aveva simulata poco tempo fa in classe. Voce fuori dal coro del liceo classico è invece Chiara Terazzi: “È stato un casino”, premette subito, poi fa sapere di aver scelto Sciascia per la produzione del tema: “C’erano vari argomenti sulla mafia, la traccia A2 era un’analisi del testo ed era molto interessante anche se l’interpretazione è stata alquanto difficile perché verteva sulla criminalità organizzata, la situazione dall’800 in poi e l’esplicazione delle proprie idee sulle mafie. Spero di aver fatto bene, su questi temi mi ero preparata per conto mio”. Di timori, ammette poi, “prima di entrare ne avevo troppi”.

Passando all’altro liceo, lo scientifico Roiti, le risposte si discostano solo in parte. Giacomo Sisti è uno di quelli che ha scelto il ‘famigerato’ “B2”, “perché parlava dell’esplosione del ’54 e della bomba termonucleare e io sono dell’indirizzo di scienze applicate. Ho riportato un po’ di dati e di cose che sapevo a riguardo collegando l’evento a un altro disastro successo in Italia nel ’63, quello del Vajont che è successo perché non tutti hanno dato la giusta importanza a ciò che può provocare una nuova scoperta”.

Andre Bonora invece, studente dell’indirizzo sportivo, ha invece optato per la traccia sull’intreccio tra storia e sport: “Si partiva da un’analisi su Gino Bartali e la sua storia e chiedeva di ripercorrere il percorso che ha fatto lo sport nella società dal ‘900 ad oggi. Noi siamo stati fortunati perché in questi anni abbiamo studiato in scienze motorie questi temi e come si influenzino a vicenda. È stata una prova tutto sommato abbastanza facile, eravamo spaventati ma è andata bene”.

A spaventare, lì, è però la seconda prova: “La sufficienza arriverà, puntare più in alto sarà difficile. Ora le prove sono solo tre e un singolo errore può cambiare la valutazione finale”.

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