di Giuseppe Malatesta
Comacchio. Non ha inteso creare allarmismi, ma consapevolezza negli operatori della costa, l’incontro promosso dai rappresentanti locali di Legambiente e Cgil Spi a Lido delle Nazioni, un seminario dedicato alla salvaguardia del territorio ragionando scientificamente sulla sfida dei cambiamenti climatici.
Con il contributo di esperti e tecnici, introdotti dal presidente di Legambiente Delta Marino Rizzati, si è fatto luce sui rischi legati alle variazioni climatiche che negli ultimi decenni sono stati più o meno direttamente legati ai fenomeni meteorologici estremi che hanno toccato da vicino anche la costa ferrarese, e più di recente il bacino del Reno.
Mareggiate, esondazioni e precipitazioni violente fanno ormai parte di un presente difficile da rideterminare, eventi che sono costantemente monitorati, studiati e approfonditi dalla struttura Idro-Meteo-Clima di Arpae, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente rappresentata per l’occasione dall’esperta Rodica Tomozeiu.
Secondo Tomozeiu sul fronte temperature l’aumento di circa 6 gradi nell’ultimo secolo è un chiaro indicatore di un cambiamento che rischia di peggiorare la situazione se non si adottano misure di mitigazione. “Ma serve un monitoraggio su un arco temporale ampio, di trent’anni, per capire esattamente di che natura è il cambiamento in atto e quanto è costituito invece da fenomeni occasionali che rientrano. Possiamo tranquillamente affermare che a partire dagli anni Novanta dopo annualità anomali non si torna più al punto di partenza, ma si consolida un cambiamento graduale”.
Illustrando il contenuto della direttiva regionale ‘Alluvioni’ (2007/60/CE) è Patrizia Ercoli del Servizio Difesa del Suolo Costa e Bonifica della Regione Emilia-Romagna a ricordare che sono due i progetti in corso per cercare di mitigare gli effetti di tali chiarissimi cambiamenti. Da una parte ‘Adriadapt’, che mira alla costruzione di una piattaforma di informazioni sulla resilienza per le città adriatiche e include tra le zone di studio Cervia, Cesena e Udine oltre ad altre località croate; dall’altra ‘Operandum’, che include tra le aree di studio la comacchiese spiaggia di Bellocchio.
“Il progetto mira a sviluppare soluzioni basate sulla natura (le cosiddette Nbs) per mitigare gli eventi idro-meteo-climatici nella aree a rischio. Nel caso di Bellocchio è stata prevista l’implementazione di una Nbs composta da una duna consolidata con lavori di ingegneria naturalistica. Arpae – spiega Ercoli – coordina e collabora a tutte le fasi tecniche del progetto, partendo dalla co-progettazione fino al monitoraggio della Nbs insieme alle autorità locali. Arpae valuta inoltre l’affidabilità della Nbs implementata nelle condizioni climatiche attuali e future”.
Tra gli altri interventi anche quello di Luisa Perini (Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli Regione Emilia-Romagna) e del docente UniFe Umberto Simeoni, di Nicola Scolamacchia (presidente di Confesercenti Ferrara), Gianfranco Vitali (presidente Ascom Comacchio) e Roberto Vitali (Ecospiagge per tutti).
Non manca una nota polemica di Rizzati nel corso del seminario a Lido delle Nazioni: “Siamo qui non per doppiare il tavolo scientifico che Arpae tiene con le amministrazioni e gli enti regionali, ma per sensibilizzare gli operatori e i soggetti locali sull’importanza del tema in questione, che non è tanto distante da noi. Vogliamo dare loro spunto, ma vedo che non molti di loro hanno colto questa occasione di incontro e confronto. È fondamentale capire che non si può ragionare solo in urgenza, ma si può e si deve agire attraverso una programmazione coordinata e strategica”.
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