Economia e Lavoro
12 Giugno 2019
Secondo la Cgil, "le rassicurazioni del Ministro sulla concessione della Cigs, non sono più sufficienti, è necessario agire in fretta ed in maniera concreta"

Mercatone Uno: le dimissioni dei commissari potrebbero rimandare la cassa integrazione

di Ruggero Veronese | 2 min

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Non hanno quasi fatto in tempo a tirare un – seppur parziale – respiro di sollievo, che sui lavoratori del marchio Mercatone Uno sono già ripiombate le incognite. L’annuncio delle dimissioni dei commissari straordinari (Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari), per quanto prevedibili secondo le fonti ministeriali (che riferiscono di forti tensioni tra i commissari e i fornitori di Mercatone Uno a causa del costante aumento dei debiti del gruppo in amministrazione controllata), rischiano infatti di allungare i tempi per la cassa integrazione attesa dai dipendenti.

Gli ammortizzatori sociali infatti erano stati resi possibili dopo la decisione del tribunale di Bologna di riportare i negozi Mercatone Uno alla gestione straordinaria, dopo il loro passaggio nell’estate scorsa alla Shernon Holding, dichiarata fallita nelle ultime settimane dal tribunale di Milano. Un passaggio indispensabile per consentire l’applicazione della cassa integrazione, che non sarebbe stata possibile per i dipendenti di una compagnia dichiarata ufficialmente fallita, al contrario di quanto accade per una realtà in amministrazione controllata.

Le dimissioni dei commissari potrebbero però ora determinare una nuova fase di transizione nell’organizzazione interna del gruppo e allungare i tempi per la cassa integrazione: un timore che in queste ore si sta diffondendo tra lavoratori e sindacati, che hanno subito richiesto garanzie al ministero per avere coperture economiche nei prossimi cruciali mesi.

“In questa fase di drammatica incertezza – scrivono i segretari regionali Luigi Giove (Cgil) e Paolo Montalti (Filcams – Cgil) –  nella giornata di ieri abbiamo appreso, da un comunicato, delle dimissioni dei Commissari straordinari. Pur ritenendo che fosse necessario un forte segno di discontinuità rispetto alla gestione precedente, riteniamo sarebbe stato necessario portare a compimento tutti i passaggi indispensabili, compreso l’accordo di Cigs, per dare sostegno ai lavoratori. La nostra preoccupazione è che la ricerca di nuovi Commissari in questa fase, che dovranno comunque aggiornarsi sulla procedura, possa ritardare ulteriormente i tempi e la richiesta della Cigs, non rispondendo così all’urgenza che si è venuta a creare. Dopo tre settimane, ogni ulteriore giorno che passa grava sulla situazione dei lavoratori e pregiudica la prospettiva di continuità dell’azienda. Le rassicurazioni del Ministro sulla concessione della Cigs, non sono più sufficienti, è necessario agire in fretta ed in maniera concreta. Per questo continuano le  mobilitazioni e i presidi e in mancanza di risposte a breve, intensificheremo le iniziative di lotta”.

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