Un’assoluzione e tre rinvii a giudizio. È questo l’esito dell’udienza preliminare nel procedimento a carico di quattro medici accusati di omicidio colposo per la morte di un’anziana di 82 anni avvenuta nel settembre 2017 per via di un’occlusione intestinale. Si tratta di un medico del pronto soccorso dell’ospedale di Cona (difeso dall’avvocato Michele Ciaccia) e di tre in forza alla struttura accreditata privata (uno difeso dall’avvocato Paolo Cristorofi e due dall’avvocato Claudia Pelà).
Secondo l’accusa – che poggiava anche su una consulenza tecnica – i quattro medici avrebbero sottovalutato i sintomi riferiti dalla donna che il 7 settembre si presentò per la prima volta al pronto soccorso di Cona, lamentando forti dolori alla pancia. Secondo quanto emerso, le venne proposto un ricovero per valutare i sintomi, ma rifiutò e tornò a casa. Si ripresentò il giorno successivo perché i sintomi erano ancora lì: questa volta le venne diagnosticata una subocclusione intestinale e venne disposto il ricovero nella casa di cura, dove un altro medico confermò la diagnosi.
La situazione però precipitò in fretta: alle 14,30 del giorno successivo l’anziana (i cui familiari si sono costituiti parte civile) iniziò a vomitare copiosamente e i medici le prescrissero farmaci antidolorifici e antiemetici. Alle 22 però venne trasportata in gravi condizioni al pronto soccorso del Sant’Anna, dove spirò di lì a poco.
Per la procura, tutti i medici coinvolti avevano sottovalutato la severità della situazione. Ma, almeno per il medico del pronto soccorso, unico ad aver scelto il rito abbreviato, la difesa ha mostrato con una consulenza alternativa che la diagnosi di subocclusione fu corretta e che quindi fu altrettanto corretto non disporre un trattamento chirurgico immediato. Mercoledì mattina il gup lo ha mandato assolto.
Gli altre tre medici sono invece stati rinviati a giudizio, il processo a loro carico si aprirà a novembre.
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