In un ponte che ‘crolla all’improvviso’ in realtà non c’è niente d’improvvisato. Prima del collasso occorrono decenni di microfratture, crepe, assottigliamenti dei ferri, sfaldamenti del calcestruzzo, fino a quando non resta un insieme di pezzi da rottamare fatto a forma di ponte.
Perché, se ci sono messinscene contrattuali invece di manutenzioni serie, finché il ponte sta in piedi è di solito tutto ok. Occorre solo non passarci sopra, o sotto, nel momento sbagliato. Ma essendo quel momento statisticamente irrilevante – e probabilistica la presenza di eventuali vittime – a conti fatti, decenni di manutenzione-messinscena corrispondono ad un ottimo affare. Specialmente se il ponte rifatto lo pagherà Pantalone.
Alle amministrazioni PD che a Ferrara hanno appaltato ad Hera quasi tutto, anche miracolose geotermie energizzate fuori terra con caldaie a gas, non è rimasto il tempo di appaltarle anche la manutenzione stradale. Per fortuna: le manutenzioni Hera sono favolose. Quando tutte le caditoie di certe strade diventano vivai di pianticelle, per non addentrarsi in pozzanghere-maceri dopo gli acquazzoni bisogna contare sull’evaporazione, come nelle savane. Hera ha sempre percepito per il servizio alla rete fognaria quanto stabilito dal contratto sottoscritto dal Comune, a sua volta sempre compiaciuto della percepita funzionalità degli scarichi nei lunghi periodi di siccità (non sappiamo se ha aggiunto degli extra per le fioriture sulle caditoie).
Bisogna quindi ammettere che la Sapigni aveva ragione: è davvero questione di percezioni. Perciò, riuscirà la nuova amministrazione comunale, volendo risultare fedele al significato precipuo di ‘amministrazione’ – un po’ trascurato negli ultimi vent’anni – a percepire da Hera quanto da lei erroneamente incassato con i contratti di servizio? È una percezione, quella del ripristino della giusta gerarchia nei rapporti Comune-Gestori di Servizi, che manca molto alla cittadinanza obbligata a pagare tutte le spese.
Paolo Giardini