Lettere al Direttore
12 Giugno 2019

Ha perso il cattocomunismo

di Redazione | 4 min

Ballottaggio a Ferrara…. ha vinto Fabbri, Modonesi ha perso, nettamente, 3-0 in termini verosimili calcistici.

Ma non ha perso solo Modonesi, ha perso per sempre il PD, ha perso certa Ferrara, ha perso certa intellighenzia che viveva tra le nuvole o opportunista. amici degli amici alla N, ha perso certa stampa arroccata a una dimensione.

Soprattutto ha perso la sinistra cosiddetta, il cattocomunismo, flagrante degenerazione storica persino del fu progressismo storico italiano, dimentica del suo abc storico, quello intellettuale e quello popolare, qua fenomeno non solo locale, ma nazionale, quando dopo Berlinguer e la caduta del Muro di Berlino, per motivi anche opposti ma storicamente punti di non ritorno, dopo il fu PCI, la storia era già finita per sempre.

Non è mai nato in Italia, da quei tempi lontani, un nuovo soggetto neoprogressista, già figlio dell’età informatica capace di elaborare scenari futuri 2.0: giustamente già dal 1994, sparito anche il PSI per scandali e corruzione, con Berlusconi, la cosiddetta Destra neoconservatrice (ma più prossima al nostro tempo) spesso è stata vincente, con intermittenze dovute agli equivoci, in una forma o nell’altra dei vari cattocomunismi: partiti simulacri la cui unica argomentazione è stata l’antiberlusconismo a prescindere, frenando fino all’8 marzo 2018 la Nuova Italia del 2000 possibile. La campagna dell’odio, ultimo folle valore dei fu sinistri proiettato in perfetto stile freudiano, recentemente sull’Onda Leghista di Salvini o anche sui Grillini, nacque già negli anni ’90, altro che Social Network come anno zero. Ci sono stati dentro tutti, politici pseudoprogressisti, principali media, intellighenzia a una dimensione. Idem a Ferrara, sempre più pensiero unico, negazionismo del bisogno di sicurezza dei ferraresi, sempre più minacciati psicologicamente  e anche spesso “fisicamente”, nel capolavoro PD dell’accoglienza, Zona Gad, ma a macchia di leopardo in tutta la città. 

Valori degenerati del progressismo storico.. contro i ferraresi nello specifico: dal Futuro, la Scienza, la Tecnologia, il relativo benessere o almeno sopravvivenza decente per la maggior parte della gente come orizzonti, al primitivismo afroarabo, valori incompatibili almeno a breve termine o – business a parte conclamati… sennò il PD come funzionava, senza i soldi dei lavoratori e (da tanti anni ormai) di Mosca? In ogni caso – come poi a livello nazionale, folle le politiche di accoglienza in una Nazione in crisi o senza ampie risorse, figurarsi il villaggio Ferrara da sempre o quasi ultima città in Regione produttiva…

In ogni caso, problemi epocali (ma d’altro paradigma), compito di un sindaco è occuparsi dei problemi della propria comunità, non fare il Salvatore del Mondo, negli ultimi anni a Ferrara, tutti Santi, politici PD, giornalisti, intellettuali, un tempo e ancora a volte, i fu manicomi erano pieni di Gesù Cristi o Salvatori del mondo.

Si sono anche sdoppiati con un ecologismo apocalittico e non scientifico..

Si sono anche triplicati, con un genderismo puramente strumentale e politico, ben oltre la rivoluzione, in tale specificità, tolleranza anche giuridica sessuale, rasentando la paranoia linguistica e la perversione del buon senso.

Si sono quadruplicati innestando la percezione verosimile di essere dalla parte di tutte anche le più improbabili diversità e minoranze, delinquenti compresi (il taser, ecc. un totem tabù) contro i ferraresi, contro gli eterosessuali, contro il pensiero controculturale, contro persino i cattolici (tal Vescovo attuale crede forse di essere il Martin Lutero di tutti i cosiddetti deboli della Via Africa, digiuno di nozioni astronomiche evidentemente, la Via Lattea, dove magari esiste E.T., ma straniero del 10° tipo, non del woodoo come la Mafia Nigeriana.?)

La sinistra ferrarese dopo il Day After? Autocritiche del genere, lasciando perdere tanti altri bachi concreti di questi anni, sarebbero doverose e fondamentali. Ma è impossibile: tranne eccezioni, solo tabule rase, in tutti i clan della comunità ferrarese pseudo dem e affini, guariranno le loro percezioni.

Ma appunto, tabule rase, anche molto pragmatiche, soggetti ex novo del nostro tempo, radicalmente, non OGM venuti male ancora del Novecento ideologico a una dimensione.

Tenuto conto anche di certo carattere ferrarese ci vorrà un benefico ventennio: nel frattempo probabilmente anche se hanno vinto i cosiddetti neoconservatori 2.0, ma è la dialettica democratica, essenza della democrazia (altra dinamica che i fu sinistri neppure concepiscono, al massimo vacue dichiarazioni), Ferrara probabilmente tornerà finalmente Normale: un piacevole Villaggio d’Arte con un grande Passato, anche “moderno”.

tutt’oggi ecologia sociale godibile; i bisogni della gente come priorità, la Sicurezza in primis, una decente ottimizzazione di tutte le risorse geopolitiche, e così via. I Sogni d’Arte e gli Intellettuali possono provvisoriamente aspettare o preferibilmente, a suo tempo, ci penserà Vittorio Sgarbi.

Ma ricordando sempre che Ferrara non è New York o Versailles come gli ultimi Neoestensi PD credevano…

Roby Guerra futurista

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