Copparo. “È certamente buona cosa in vista del ballottaggio invitare all’attenzione e alla cautela su coloro che si intendono votare, ma giungere alla conclusione “mai a destra” motivandola come fatto appare un po’ un eccesso”. Parola di Massimo Baraldi, segretario della Lega e candidato al consiglio comunale, che risponde così alla presa di posizione di Faccio, al secolo Michele Faccini, espressa nel suo blog su Estense.com.
“Assimilare in tutto e per tutto la politica della Lega nazional-europea alla campagna elettorale portata avanti a livello territoriale in questa tornata amministrativa appare una forzatura: davvero tutto sarebbe riconducibile alla questione migratoria?” si domanda il candidato consigliere,
“Premesso che nessuno di noi ha parlato di razza pura, razza ariana etc… che sono retaggi che certamente non appartengono al nostro modo di pensare e di agire – commenta il segretario del Carroccio -, noi non abbiamo visto migranti sbarcare a Copparo dal Naviglio e infatti non è stata in merito una sola parola, quindi il consenso non viene da lì”.
“Su una cosa siamo in totale accordo – spiega Baraldi rivolgendosi direttamente a Faccio -: quando Lei ammette di non conoscere i “temi della Destra”; se avesse avuto la pazienza di seguire le nostre proposte saprebbe che sono impermeate proprio di quei temi anche a Lei cari come lavoro, sviluppo economico e sociale del territorio, agricoltura, viabilità, frazioni, sanità, solo per citarne alcuni”.
“Evidentemente la fretta di etichettare “la Destra” e il cercare di minimizzare il grande risultato ottenuto fino a qui l’hanno distratta – attacca il candidato -. Quello che resta nebuloso dato il suo ragionamento e il peregrinare da uno schieramento all’altro è cosa farà Lei, che pare essere perennemente insoddisfatto da tutti”.
“La cosa certa è che osservando i candidati nelle liste elettorali, presupponendo che da qui si parta per individuare la squadra di governo, non si possa trascurare come a sinistra ci siano tanti, tantissimi nomi (sempre quelli) ben noti alla cittadinanza: quelli che hanno governato fino ad ora il comune, proprio quelli che il 60% degli elettori nel primo turno ha dimostrato e chiesto con forza di non volere più. Je il stesi faz ad dies an fa – si lascia andare in dialetto Massimo Baraldi -; sono le stesse facce di dieci anni fa”.
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