Con “Lumen: strumenti e storie” si chiude il ciclo sulla luce di “Ferrara delle Scienze”
Inaugura oggi, mercoledì 10 dicembre alle ore 17.30 a Palazzo Turchi di Bagno, (c.so Ercole I d'Este 32), la mostra “Lumen: strumenti e storie”
Inaugura oggi, mercoledì 10 dicembre alle ore 17.30 a Palazzo Turchi di Bagno, (c.so Ercole I d'Este 32), la mostra “Lumen: strumenti e storie”
Sub Culture Festival, Beat Boat e Circolo Arci Bolognesi presentano Rumble in the Jungle, una serata dedicata all’universo delle culture giovanili. Appuntamento 13 dicembre al Circolo Arci Bolognesi
Doppia presentazione per il libro “Il sapore di armellina” di Oriano Campini. Il primo incontro il 10 dicembre alla Sala Verde Cgil, il secondo l'11 dicembre alla Casa operaia a Bondeno
Mercoledì 10 dicembre, a Palazzo dei Diamanti, si conclude il ciclo di conferenze a corredo della mostra Chagall, testimone del suo tempo
Alessandra Mancini e Marco Boni ritornano con un nuovo caso affidato al capitano Pareschi: "Status animarum. La chiave del demonio". Il volume verrà presentato giovedì 11 dicembre in Ariostea
Santa Maria Maddalena. Marco Malvaldi è stato l’ultimo scrittore della nona rassegna di Parole d’autore, organizzata dal Comune di Occhiobello e da Cuore di Carta di Bruna Coscia.
E, al teatro don Gino Tosi di Santa Maria Maddalena, finale più degno non poteva esserci. Il padre dei vecchietti del Bar Lume, romanzi e serie televisiva di grande successo, ha riempito la sala con la sua verve, con la sua ironia tipicamente toscana.
Il libro che presentava era l’ultimo uscito: “La misura dell’uomo”. Per il quale lo scrittore ha temporaneamente abbandonato la sua storica casa editrice Sellerio per la Giunti di Firenze. “Per la prima volta ho scritto un romanzo su commissione. E non sto scherzando. La Giunti mi ha chiesto di scrivere un romanzo su Leonardo da Vinci. Non Pinco Pallino, ma Leonardo da Vinci. E di scriverlo mettendoci qualcosa del mio stile. Io che sono uno sconsiderato, ho accettato, non sapendo a cosa andavo incontro”.
Ha raccontato che ha dovuto studiare sui codici originali che parlano del grande artista, che fortunatamente la casa editrice possiede in copia anastatica, che ha dovuto confrontarsi con filologici e studiosi di Leonardo. Un lavoro preliminare che è durato a lungo.
“Poi infine ho pensato di scrivere sull’artista, in un momento in cui non è ancora l’uomo più conosciuto del rinascimento, ma semplicemente un allievo del Verrocchio, che Firenze lascia andare a Milano senza troppo preoccuparsi”. A Milano l’incontro con Ludovico il Moro è fondamentale per Leonardo. La Milano rinascimentale offre molte opportunità, è certamente una delle città più liberali d’Italia, dove si può osare di più e con Ludovico il potere temporale ho certamente il sopravvento su quello spirituale. “Milano è la città dei soldi e dei crediti a tutti. Non solo ai potenti, ma anche ai mercanti, che vogliono rischiare negli investimenti. E questo ne fa una città unica in Europa”.
Malvaldi ha parlato della complessità della vita milanese e del mondo che Leonardo si trova ad affrontare dopo avere presentato un curriculum al duca milanese forse un po’ esagerato, ma che, in calce, spiegava che sapeva anche un po’ dipingere.
“In un mio libro però non può non esserci un morto. E infatti, mentre cerco di presentare un affresco del mondo del rinascimento milanese e dei rapporti di Leonardo con Ludovico, il morto ci scappa: è Rambaldo Chiti, che è stato per un po’ anche allievo alla bottega del maestro. E da lì incomincia anche l’attività di detective sui generis del genio da Vinci”.
Non ha voluto spiegare molto della storia: “Va letta”, ma ha affascinato il pubblico con la sua ironia e con il suo linguaggio dissacratore: proprio come nei suoi romanzi. Il pubblico ha capito e gli ha tributato il più lungo applauso della stagione.
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