di Simone Pesci
“Un’Europa più forte tutela tutti”. A poche settimane di distanza dall’ultima volta, Federico Pizzarotti è giunto a Ferrara per lanciare lo sprint in vista dell’ultima settimana di campagna elettorale, che porta dritta a domenica 26 maggio, quando i ferraresi saranno chiamati ad eleggere sia il nuovo sindaco che i propri rappresentanti al parlamento europeo.
Il fondatore di Italia in Comune ha quindi colto l’occasione per spalleggiare il candidato sindaco Alberto Bova, ma anche per ribadire l’importanza del voto europeo. Decisivo, forse, come mai prima d’ora. “E’ evidente – dice Pizzarotti – che vanno concluse le riforme bloccate da tanti anni. La moneta unica, oggi, è quella che ha dato l’impressione che siamo penalizzati rispetto agli altri, ma in realtà è avere anche una fiscalità unica, un bilancio e un’economia europea che cerchi di uniformare tutti i paesi avvantaggia tutti”.
“Serve più Europa”, ribadisce ancora il sindaco di Parma, il quale annuncia anche che il suo partito sarà in corsa per le Regionali perché “soprattutto in Emilia-Romagna siamo una forza concreta”. Senza sbottonarsi sul ballottaggio – “deciderà Bova” – Pizzarotti non può comunque esimersi dal parlare delle Amministrative: “Ci aspettiamo di fare ottimi risultati. I presupposti ci sono, verso le altre forze politiche ci sono disaffezioni o spaccature. Non penso che su cinque capoluoghi (in Emilia-Romagna, ndr), in cinque si confermerà il Pd, questo apre uno scenario di riflessione in un campo più ampio di centrosinistra”.
“Nella nostra ottica in nessuna città c’è stata una volontà distruttiva, ma è evidente che bisogna cambiare i presupposti con cui si dialoga quando si cerca di creare coalizioni più ampie” afferma Pizzarotti, che non risparmia una puntura alla Lega il cui programma, a Ferrara, è colmo “di frasi qualunquiste”.
L’onorevole Serse Soverini torna un attimo sul tema europeo – “rimane il grande sconosciuto della campagna elettorale, ma andando in giro per i territori abbiamo visto una Italia con persone interessate, che vogliono capire cosa si può fare” – prima di ripetere più volte il concetto che “noi continueremo anche dopo il 26 maggio, faremo le Regionali e tutto quello che c’è da fare”, spinti dalla convinzione che “prima o poi la smetteremo di confondere le idee con l’aggressività, con i sacrilegi e le false promesse”.
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