Politica
19 Maggio 2019
Il segretario del Pd si stringe intorno anche a Gualmini, candidata per le europee: "In un anno stanno portando il Paese sull'orlo del precipizio. Torniamo a scrivere la storia"

Zingaretti lancia Modonesi: “Impediamo a chi ha distrutto l’Italia di distruggere Ferrara”

di Redazione | 3 min

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“Combatteremo anche per Ferrara: dobbiamo difenderla, e impedire che ci ha distrutto l’Italia in undici mesi distrugga anche questa città. In gioco ci sono le famiglie di Ferrara”. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti in vista del doppio appuntamento elettorale del 26 maggio, dal centro sociale “il Quadrifoglio” di Pontelagoscuro, si stringe intorno al candidato sindaco Aldo Modonesi e alla candidata al parlamento europeo Elisabetta Gualmini.

Sala gremita, e applausi scroscianti, soprattutto quando Modonesi ha ringraziato Tagliani per il lavoro svolto in dieci anni, per gli interventi che si sono aperti con Gualmini: “Aldo Modonesi ha fatto vedere cosa vuol dire guidare il timone nelle fasi di complessità. Ma siamo davanti ad un’altra battaglia importantissima, la prima vera elezione europea. Va messo da parte l’astensionismo, il 26 maggio siamo davanti a una cesura storica, ovvero alla decisione se tenere in piedi il progetto europeo”.

“Serve competenza di fronte al dilettantismo penoso e dilagante” prosegue ancora Gualmini, che risponde a chi è convinto che l’Europa sia un’entità lontana: “Nel suo bilancio l’Emilia-Romagna prende quasi 4 miliardi di euro dalla Comunità Europea. L’Europa ci tutela, ci fa da cuscinetto nei confronti di governi nazionali e regionali che non avranno risorse all’infinito. L’Europa è malconcia, la prossima sarà una legislatura dirimente”.

Lo stesso si potrebbe dire per le amministrative e il 26 maggio si preannuncia davvero una giornata caldissima. “Vi chiedo – l’appello di Modonesi – di stare con la mia squadra, fatta di persone oneste e competenti. Dall’altra parte questo non c’è. Fabbri non ha risposte, la Lega ferrarese quando i giornalisti fanno il loro dovere li minaccia apertamente. Fabbri dal 14 aprile a oggi ha saltato otto confronti pubblici su tredici, sapeva che una volta esauriti gli slogan sarebbe emerso il vuoto della sua proposta. E quando un candidato evita di confrontarsi con la città lo farà anche una volta che sarà eletto sindaco”.

Con l’orizzonte più ampio, Ferrara “deve diventare una città da cui riparte il risveglio collettivo del nostro Paese” chiosa Modonesi, che mette, il prossimo 26 maggio, i ferraresi di fronte a due opzioni: “O scegliere il centrodestra che ha sempre lavorato sulle paure, parlando alla pancia, o la nostra visione di chi ha parlato alla testa e al cuore delle persone, e che ha cercato di tenere unità la nostra città dandole un futuro”.

“Quella professoressa deve tornare a lavorare, in Italia c’è il reato dell’apologia di fascismo, non di antifascismo” dice innanzitutto Zingaretti, incassando i primi battiti di mani.

Il mirino è puntato sul governo, e su Salvini in particolare: “E’ gravissimo che si è alleato con i neonazisti in Europa e poi, con i voti dei 5 Stelle, fa il ministro della Repubblica italiana. Ora tocca a noi, non abbiamo avuto paura dopo il 4 marzo, ora dobbiamo tornare scrivere la storia e a combattere”. Una lotta nella quale le uniche armi sono la matita e la capacità di tornare a parlare alle persone, anche anche a quelle “che un anno fa hanno fatto alter scelte elettorali”.

“Sono – conclude Zingaretti – bravi a raccontare le paure, ma incapaci a risolvere i problemi che quelle paure comportano. In un anno è cambiato tutto, hanno fermato l’Italia, i loro litigi, la demagogia, stanno portando il Paese a essere sull’orlo del precipizio. L’Italia merita di più”.

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