L’Ospedale del Delta
di Giuseppe Malatesta
Codigoro, Lagosanto. “La difesa di un bene pubblico come la salute non la si fa a parole ma con fatti concreti”. A pochi giorni dalle dichiarazioni emerse dai rappresentati politici, ‘sociali’ e sanitari locali circa il depotenziamento dell’Ospedale del Delta, anche Cgil, Cisl e Uil intervengono – piuttosto duramente – per contestare proprio quelle ‘parole’ che prendono il posto dei fatti e di cui “questa campagna elettorale è, come molto spesso capita, piena”.
Rivolgendosi in particolare ai candidati sindaci del Delta e citando le parole attribuite dal Carlino al presidente dell’Asp del Delta Ferrarase Davide Nardini, Luca Greco (Fp Cgil) Francesco Bertelli (Cisl Fp) e Sabrina Cerini (Uil Fpl) si chiedono “come sia possibile che nell’assemblea pubblica a tema (promossa a Codigoro dal sindaco Zanardi) si possano parlare di ‘scelte sanitarie sbagliate’ e di ‘un ospedale che deve tornare ad essere degno di un paese civile’, senza assumersi la responsabilità di quelle scelte”.
“Nei luoghi delle decisioni, ossia in Conferenza Socio Sanitaria Territoriale, i sindaci e le rappresentanze delle strutture socio-sanitarie ci sono e possono/devono orientare quelle scelte: sono loro i titolari responsabili della salute, appunto bene pubblico, di quel territorio e devono risponderne, non solo in campagna elettorale”.
Passando più nello specifico all’Asp del Delta poi, i sindacati si domandano se “il presidio socio-sanitario pubblico importante nella vasta, complessa e buona rete di servizi del Distretto Sud Est” intenda ancora procedere con “l’esternalizzazione, travestita da project financing, della Casa Residenza Anziani di Codigoro. Questa possibilità era stata oggetto di discussione in una Ctss di alcuni mesi fa, poi il silenzio: consegnare la gestione di un presidio sanitario al privato, cozza con la volontà, più volte espressa dai candidati sindaci, di investire sui servizi sanitari” notano.
“Questa decisione a chi spetta? La si vuole attribuire di nuovo ad altri? È innegabile che il presidente di un’azienda speciale, nominato dai sindaci soci dell’azienda stessa, sia espressione della volontà politica del territorio nel quale l’azienda speciale lavora, sempre ammesso che la politica che si candida ad amministrare il territorio non abbia la stessa idea di gestione del servizio pubblico. La risposta ai nostri semplici interrogativi – concludono – ci dirà quanto i candidati sindaci siano attenti ai bisogni socio-sanitari del territorio e come intenderanno gestire questi servizi che per quanto ci riguarda non possono che essere gestiti direttamente dal pubblico”.
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