Terre del Reno
9 Maggio 2019
Sono stati deliberati dall'assemblea dei soci dell’associazione Oratorio Ghisilieri

Stanziati 67 mila euro per il recupero della Chiesa Vecchia di San Carlo

di Redazione | 3 min

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Ammonta esattamente a 67.570.85 euro la cifra che l’assemblea dei soci dell’associazione Oratorio Ghisilieri ha all’unanimità deliberato di destinare al recupero della Chiesa Vecchia di San Carlo – di proprietà della Curia Arcivescovile di Bologna – danneggiata dal sisma 2012.

“Tale somma – spiega Stefania Agarossi, presidente dell’associazione Oratorio Ghisileri – Chiesa Vecchia – corrisponde al contributo recentemente riconosciuto dalla competente Soprintendenza per le spese relative alle opere di recupero e restauro degli affreschi seicenteschi della chiesa sostenute dall’associazione (oltre 330.000 euro negli anni 2006-2008)”.

“Dopo un incontro con l’ingegner Cristalli che ci ha spiegato la situazione, il 21 marzo scorso abbiamo inviato ufficialmente una lettera al vescovo, al parroco, ai referenti preposti di Curia, Soprintendenza e Regione Emilia Romagna in cui ufficializziamo e formalizziamo la nostra disponibilità economica a contribuire al recupero di questo importante simbolo della nostra comunità.  La Chiesa Vecchia di San Carlo è da anni inserita nel Programma delle Opere Pubbliche e Beni Culturali stilato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del Piano della Ricostruzione. E nell’ultima ordinanza regionale n. 4 del 1 aprile 2019, risultano ad essa destinati da parte della Regione 1.200.000 euro a cui si aggiungono 393.997,70 euro di cofinanziamento assicurazione. A questi, ora, si aggiungono anche i nostri 67.570,85 euro”.

“Siamo a conoscenza, e rispettiamo, le priorità della proprietà. Tuttavia – aggiunge Agarossi – l’augurio e la speranza è che questa nuova disponibilità economica possa accelerare e facilitare i tempi di una progettazione esecutiva per bloccare, non perdere, e sfruttare al massimo i finanziamenti già previsti dalla Regione.“

“La Chiesa Vecchia ha urgente bisogno di intervento: le piante che crescono tra le impalcature e i teli a protezione degli angeli e delle statue dell’Altare Maggiore stracciati valgono purtroppo più di mille parole. Questo luogo è il cuore della storia e tradizione del nostro paese, il quale ha preso il suo nome proprio dal santo raffigurato nella seicentesca pala dell’Altare Maggiore, San Carlo Borromeo. Sia la Regione sia la Soprintendenza hanno sempre dimostrato grande sensibilità e disponibilità al recupero di questo gioiello architettonico. Tanto che negli anni scorsi la Regione aveva addirittura stanziato oltre 30.000 euro per finanziare un concorso di progettazione. Recuperare ciò che resta, dandogli nuova vita, sarebbe un’importante opera di riqualificazione territoriale e tutela di un patrimonio culturale che è il più antico di Terre del Reno. E dopo oltre 7 anni, è anche ora di riportare a San Carlo, tutte le preziose opere d’arte che erano conservate all’interno della nostra antica chiesetta e che si sono salvate: prime fra tutte la monumentale pala dell’altare maggiore seicentesca di Biagio Bovi raffigurante San Carlo Borromeo e il “Sant’Antonio da Padova inginocchiato davanti al Bambino Gesù” opera del Guercino e Benedetto Gennari Junior (Cento 1591–1666; Cento 1633–1715); nonché ridare degna sede alle reliquie di san Benedetto Martire e di papa Pio V Ghisilieri. Tutti beni artistici inestimabili, che appartengono alla nostra storia e alla nostra comunità e che meritano di essere restituiti agli abitanti di San Carlo e di Terre del Reno”.

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