Politica
8 Maggio 2019

Può Nicola Lodi fare politica?

di Marco Zavagli | 3 min

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Alla luce dei precedenti penali del segretario comunale e capolista della Lega di Ferrara, tenuti in gran segreto fino ad oggi, a molti sorgerà spontanea una domanda. Può Nicola Lodi fare politica?

La risposta è semplice. Certo che può. Può farlo in virtù della legge e può farlo alla luce di quello che è oggi la politica italiana.

Il decreto legislativo 235 del 2012, attuativo della legge Severino, prevede le cause di incandidabilità alle elezioni politiche per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione. E, nonostante le diverse condanne in patteggiamento, non è questo il caso di Lodi.

Ma soprattutto il segretario comunale della Lega non si è reso protagonista di delitti contro la pubblica amministrazione.

Contestualizzando poi il caso di Naomo con il panorama italiano, viene in soccorso l’evangelista Giovanni. Davanti all’adultera nessuno osa scagliare la prima pietra. Spostandoci dalla Galilea a Roma, possiamo dire che di scribi e farisei con qualche peccatuccio alle spalle ve n’è a iosa. Peccatucci al cui confronto, nel paese del bunga bunga, Naomo più che la Maddalena sembra un grazioso verginello.

Qualche dubbio può sorgere invece in merito alla coerenza dell’azione politica di Lodi, confrontata con il suo passato. Ad esempio: è normale che Naomo si immoli a paladino della legalità (è stato anche responsabile provinciale della “sicurezza” per il suo partito) quando lui di legalità se n’è infischiato in più occasioni? Altro interrogativo: può rappresentare i cittadini chi offende, minaccia o intimidisce i cittadini (siano giornalisti, senzatetto o migranti)? Oppure, è normale prendere “a calci in culo” gli abusivi quando lui stesso ha compiuto abusivismi all’interno della casa Acer concessagli dal patrimonio pubblico? O ancora, è credibile chi mente ai propri potenziali elettori assicurando di non avere mai ricevuto condanne?

Detto questo, siamo sicuri che a livello elettorale Nicola Lodi non risentirà – e ce lo auguriamo, nonostante le ripetute minacce e intimidazioni subite dalla nostra testata, anche noi – di quanto rivelato da Estense.com. Il tutto potrebbe anzi essere una ulteriore “medaglia al petto”, come lo stesso Naomo ha definito la condanna per le barricate di San Bartolomeo. Anzi, qualche lettore ed elettore vedrà in queste notizie la classica macchina del fango, o il giornalismo ad orologeria, o altre amenità.

Tornando a parlare di cose serie, l’augurio è che Lodi dimostri con i fatti da qui in avanti di avere davvero a cuore i ferraresi (iniziando a rispettarli, tutti) e la nostra città. Lo Stato lo ha riabilitato in più occasioni. Parte della società non ancora. La speranza è che non ci sia più bisogno di riabilitazioni.

Chiudiamo chiedendo una riflessione a tutti i lettori. Quest’estate un giovane straniero è stato brutalmente picchiato, nell’indifferenza dei presenti e nel compiacimento di molti, per un piccolo furto al supermercato. Il giovane Lodi, quando commise il furto per cui venne condannato, aveva circa la stessa età dello sventurato. Se anche a Lodi fosse stato riservato lo stesso trattamento del malcapitato straniero, con quale immagine della società sarebbe cresciuto? Avrebbe avuto la forza negli anni a venire di riabilitarsi agli occhi della comunità?

Il dubbio è lecito.

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