Politica
4 Maggio 2019
Il ministro dell'Interno anche da Ferrara attacca il giudice di Bologna sulla residenza ai migranti

Salvini: “Farò il possibile perché il governo vada avanti”

di Redazione | 4 min

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“Io faccio e farò tutto quello che posso perché il governo vada avanti”. Sembra una mano tesa a Di Maio quella che Matteo Salvini lancia da Ferrara. Sul palco di piazzale Giordano Bruno, con addosso la maglietta con il volto stilizzato del suo candidato sindaco Alan Fabbri, il ministro dell’Interno in realtà non cita mai il caso Siri: “Io non rispondo alle provocazioni, alle bugie, agli insulti, agli attacchi, perché gli italiani mi pagano lo stipendio non per litigare ma per lavorare e quindi se dipende da me e dalla Lega il governo va avanti”. Ma avverte gli alleati: “Certo un governo deve dire anche dei sì. Non solo dei no, come con la Tav le trivelle, il gas, il metano, i treni, i porti, gli aeroporti. A furia di no andiamo in giro con il cavallo e ci illuminiamo con la candela”. C’è invece bisogno di “guardare avanti, penso che con un po’ di tasse in meno, con una giustizia più veloce, con un po’ di burocrazia in meno e un po’ di sicurezza in più l’Italia tornerà a essere il paese più bello del mondo dove vivere e lavorare”.

Una parte di comizio Salvini la dedica, come già fatto poche ore prima a Modena, al tribunale di Bologna che ha obbligato il Comune a concedere la residenza a due richiedenti asilo, non iscritti all’anagrafe in virtù del decreto Sicurezza. “Mi dicono – attacca – che l’Anm se l’è presa con me perché ho criticato un giudice di Bologna che dice che tutti hanno diritto a tutto e bisogna iscrivere tutti i richiedenti asilo alle anagrafi comunali. No, in Italia hanno diritto gli italiani e le persone perbene e i profughi veri. Gli spacciatori e i delinquenti li mando tutti sui barconi e a casa loro. E se a qualche giudice non va bene, si tolga la toga, si candidi con la sinistra e vada in parlamento”.

La difesa dei confini diventa così materia da campagna elettorale per le Europee, perché “in italia e in Europa si arriva se si ha il permesso di arrivare. Mi dicono che ci sono un po’ di cooperative rosse arrabbiare, perchè abbiamo fatto quello che avevamo promesso. Ritenevamo che 35 euro al giorno per mantenere ogni immigrato fosse uno sproposito. Portando la cifra a 20 euro pensavo che continuassero ad accogliere perché sono solidali buoni e accoglienti. E invece cosa succede? Scappano tutti, nessuno è più disponibile ad accogliere nessuno. Vuol dire che lo facevano solo per quattrini, per guadagnare sulla pelle di questa gente”.

Vengono poi i cavalli da battaglia della Lega: proibizionismo, legittima difesa e castrazione chimica. Sul primo punto “non c’è droga che fa bene e droga che fa male. La droga fa male, punto. Gli spacciatori di morte stiano in carcere almeno qualche mese. Non dico l’ergastolo, ma almeno qualche mese, mi sembra una cosa normale”.Quanto invece alla legittime difesa, “finalmente sarà realtà tra pochi giorni e poi chi entra in casa altrui rischia. I rapinatori anche in Italia rischiano e non ci saranno più i risarcimenti ai parenti dei poveri rapinatori feriti. Il risarcimento va al muratore o all’operaio che ha un incidente sul lavoro, al rapinatore no, il rapinatore in una prossima vita cambia mestiere”.

E ancora. Entro maggio, il senato approverà una legge “che ci permetterà di mettere telecamere negli asili nido, nelle scuole materne, nelle case di riposo per proteggere bambini, anziani e disabili. Ieri è stata approvata la legge che riporta l’educazione civica come materia di studio obbligatoria sui banchi di scuola, così qualche demente dei centri sociali anche a Ferrara torna a studiare il rispetto e l’educazione”.

Sabato e domenica, inoltre, “saremo nelle piazze per raccogliere firme a sostegno di una proposta di legge della Lega per la castrazione chimica per pedofili e stupratori. Chi mette mani addosso a una donna o un bambino va incarcerato ma anche curato, perchè non sta bene”.

Salvini chiude la penultima tappa del tour di 24 ore lungo la regione (Fidenza, Reggio Emilia, Modena e, dopo Ferrara, era atteso a Forlì) al grido “Emilia stiamo arrivando”. Il leader del Carroccio si dice “sicuro che, vista l’aria frizzantina che c’è, il cambiamento non ci sarà solo a Ferrara ma anche a Modena e Reggio e ci saranno tanti amici del Partito democratico che dal 27 maggio avranno tanto tempo libero da trascorrere ai giardinetti, per controllare i cantieri, per stare coi nipotini”.

E uno di questi aspiranti nonnetti – anche se non è atteso nell’immediato da confronti elettorali – ha già un nome per Salvini: “il prossimo che prepara le valigie è Bonaccini perché in Emilia-Romagna c’è bisogno di aria fresca”.

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