Lettere al Direttore
24 Aprile 2019

Rivalità cortocircuitali

di Redazione | 2 min

L’incendio di Notre Dame è stato innescato da un cortocircuito, riferiscono i media, a riprova del dilettantismo francese che provoca cortocircuiti tanto di rado.

Non per vantarci, ma l’ospedale di Cona, più volte definito d’eccellenza da una coppia di politici nostrani, recentemente è stato teatro di almeno tre cortocircuiti. Poiché l’eccellenza si colloca sempre nel più alto livello qualitativo raggiungibile, ne consegue che quei cortocircuiti vanno intesi in assoluto come pregiati corollari impiantistici.

Non avremmo colto la sottigliezza se non ci avessero insegnato che a Cona c’è un ospedale d’eccellenza. Perché, campanilismi a parte, da decenni i cortocircuiti sono fuorilegge in Europa anche se non causano incendi. Proprio così: fuorilegge, proibiti. In Comune lo ignorano poiché se non c’è da far multe manca l’interesse; ciononostante, per le Norme vigenti ogni circuito elettrico deve reggere sovraccarichi e sovracorrenti, essendo obbligatorio che ogni linea sia protetta da dispositivi adeguati a limitarli e impedirle.

In altri termini, gli effetti di un cortocircuito si verificano se manca la protezione, o è sbagliata, o è deteriorata: tre condizioni inammissibili, vietate dalle norme. Tale normativa andrà rivista in sede europea se i nostri dotti politici potranno sedere nell’europarlamento a discettare d’eccellenza. Nel frattempo, mal comune mezzo gaudio: stando alle regole, a Parigi sono cialtroni come noi!

Non è detto però che i francesi siano così ridicoli come i ferraresi che dovettero interrompere l’imponente trasloco a Cona perché l’ospedale, già ratificato da Agibilità Comunale, non risultò idoneo ai controlli impiantistici dell’ASL. Una Nemesi: le inadempienze trovate a Cona godevano in pratica dell’ufficialità, in un’innovativa Denominazione Comunale d’Origine della cialtroneria.

Quella di Parigi invece non sembra una convergenza d’inettitudine pubblica/privata. Ecco perché, ipotizzando una perversa gara cortocircuitale, l’ospedale di Cona batte Notre Dame 3 a 1.

Va però ricordato che senza combustibile non c’è fiamma e per bruciare la copertura dell’ospedale di Cona, non sostenuta da travi in legno, bisogna irrorarla di napalm. I cortocircuiti da soli, anche se d’eccellenza, non bastano. Ma nei lavori in Cattedrale, la cui travatura d’antico legno essiccato è infiammabilissima, è possibile sviluppare incendi spettacolari e, se al termine degli interventi si pretenderà anche qui l’Agibilità Comunale, gareggiando con Parigi nell’incenerimento artistico non mancherà il potenziale per un pareggio.

Fortunatamente per i retrivi e conservatori, fra i dipinti nel Duomo c’è la ‘Vergine in Gloria con le Sante Barbara e Caterina’ del Bastianino. Possiamo quindi sperare sull’ausilio di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco.

Paolo Giardini

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