Politica
20 Aprile 2019
La lista Rinascimento "è quella più vicina a chi non ha idee populiste. Con me e Alan chi altro deve votare?"

Fabbri diserta l’evento-show di Sgarbi. Lui ironico: “Sembra un San Bernardo”

di Redazione | 4 min

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L’intervento di Vittorio Sgarbi a Palazzo della Racchetta per presentare il rinascimento ferrarese, con la parlata libera e le invasioni di campo su tanti temi come gli è solito fare, è diventato uno show elettrico al quale seguiranno polemiche. La causa è il soliloquio politicamente scorretto e caricato di tempi comici dell’uomo Sgarbi che venerdì sera, davanti a 150 persone abbondanti, i panni del critico d’arte non ha mai indossati nella sua interezza espositiva.

Il critico d’arte interviene per ultimo in un evento, moderato da Marco Gulinelli (“il nostro prossimo assessore alla cultura“, dice Sgarbi) al quale partecipano tutti i più importanti esponenti e candidati di Forza Italia, all’interno del quale i candidati di ‘Rinascimento’ trovano posto.

Prima di lui il microfono lo ottengono Vittorio Anselmi, architetto e consigliere FI e ora ricandidato al consiglio comunale, che prima di riprendere in mano la questione Diamanti — “che si basa su due equivoci clamorosi: che il concorso internazionale sia una panacea di tutti i mali quando invece è solo uno strumento, ma a contare sono le persone che stilano i progetti e quelle che le giudicano; e che l’intervento si potesse fare in deroga ai regolamenti urbanistici, ma non valgono per i palazzi monumentali” — affronta la serata da un punto di vista più politico: “Il governo locale avrebbe bisogno per le sue dinamiche interne di cambiamento, e abbiamo speranze di far bene a livello locale e alle europee“.

Non si può però fare a meno di notare un’assenza, la più pesante: quella di Alan Fabbri, previsto dal volantino che annunciava l’evento. Le ragioni non sono note, mentre sono chiare le motivazioni della ‘disdetta’ di Philippe Daverio. “Questo è un evento che definisce il perimetro del centrodestra che deve aver dato fastidio a qualcuno, turbato i suoi sogni – è il commento piccato di Anselmi verso Daverio -, tanto che ha deciso all’ultimo momento di non voler più partecipare a un incontro comunque programmato. Ce ne faremo comunque una ragione”. Detto questo, per l’esponente di Forza Italia se di rinascimento bisogna parlare allora è opportuno parlare di lavoro: “Se non riusciamo perlomeno a trattenere i nostri cittadini allora andiamo verso un inesorabile declino”.

Giordano Bruno Guerri presenta un tranquillo blend tra amore per Ferrara — ha studiato qui durante le sue ricerche su Italo Balbo “perché se oggi possiamo andare ovunque con Ryanair a 10 euro è perché tutto cominciato con le sue trasvolate atlantiche perfette”, e ricorda come “alla fine era diventato quasi un fascista democratico, e anche in Libia eravamo ricordati bene almeno fino ai tempi di Gheddafi perché aveva capito che la popolazione andava trattata con dignità e costruì ponti e strade invece di fare stermini”, e nel mentre ha anche scoperto la salama da sugo — e per i suoi abitanti — “Ferrara ha un’alta densità di intelligenze, è straordinario. Mi viene in mente anche Franceschini che mi sorprese quando mi disse che era il caso di intitolare qualcosa a Balbo, lui pensava ad un aeroporto ma a Orbetello”.

È Sgarbi alla fine a prendersi la scena. Si comincia, come già preannunciato da un suo video caricato nei giorni scorsi sui social, dagli insulti a Philippe Daverio colpevole a suo dire di avergli negato la sua partecipazione all’evento in quanto candidato con +Europa “ma essere nominati da Fontana nel cda della Scala di Milano va bene: gli ho mandato un po’ di delicatezze per messaggio” — poi li ha letti —, per passare a quelli contro gli amministratori cittadini.

Ferrara va liberata dal comunismo che si esprime anche con la vicenda di Palazzo dei Diamanti”, esordisce, poi Tagliani diventa “una specie di nano culturale che mette insieme Ferrara Arte che non si sa a che titolo dice che va bene aggiungere 650 metri cubi alla struttura” e Maisto viene declinato in ‘Mai sto’ in ogni riferimento.

“Non esiste polemica, perché sono stati richiamati valori oggettivi. Devo parlare con barbari che invocano il silenzio-assenso?”, dice ancora mentre rivela che +Europa avrebbe chiesto di candidarsi anche a lui e che la sua lista “è quella più vicina a chi non ha idee populiste“, e secondo lui questo vale per Berlusconi alle europee che diventa il meno peggio da rimpiangere.

E Alan Fabbri? “È bellissimo, come si fa a volergli male? Sembra un cane San Bernardo. Uno che in ha in lista me e Alan Fabbri chi altro deve votare? Se vi piace prendervelo… sapete chi votare”.

Infine, seguono una carezza e un affondo. La prima è per la direttrice di Ferrara Arte Maria Luisa Pacelli: “L’ho rimproverata di essere la presidente di una commissione che ha approvato quel progetto quando bastava fare una passerella ma non l’ho mai attaccata, è una brava ragazza”. Il secondo è sempre per gli amministratori uscenti: “Di Tagliani e Maisto non rimarrà nulla, vogliamo portare in città altra nebbia delle loro menti ottenebrate? Però siamo pronti a dialogare con la sinistra se è aperta al confronto e accetta regole condivise, ma non se ipoteca anche le mostre del futuro”.

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