Indiscusso
20 Aprile 2019

Ai sindacati: il coraggio di scioperare per l’ambiente

di Marzia Marchi | 3 min

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“Negli ultimi sei mesi milioni di studentesse e studenti in tutto il mondo – non da ultimo in Italia – hanno fatto sciopero per il clima. Ma nulla è cambiato. Le emissioni sono ancora in aumento. E, ad essere onesti, non c’è alcun cambiamento in vista […]
Non siamo scesi in strada perché i politici si facciano selfie con noi e ci dicano che ammirano davvero ciò che facciamo.
Noi, ragazze e ragazzi lo stiamo facendo per svegliare gli adulti.
Noi, ragazze e ragazzi lo stiamo facendo per chiedere azioni.
Noi, ragazze e ragazzi lo facciamo perché rivogliamo le nostre speranze e i nostri sogni”.

Parole di Greta Thunberg, lucida e spietata il 19 aprile a Roma nei Fridays For Future. Il movimento dei giovani preoccupati per l’ambiente sul cui carro di visibilità in molti tentano di salire ma cui nessuno risponde veramente.

Nemmeno i sindacati, di cui l’azione di scioperare dovrebbe essere pane quotidiano. Nessun sindacato al momento ha veramente proclamato uno sciopero generale per il clima.
Si organizzano i giovani a stare fuori da scuola e qualche temerario insegnante ma tanto nella vulgata comune non è quello il settore che conta. Non fare lezione non fa male a nessuno, non compromette le tasche di nessuno, non infastidisce i poteri forti e anzi ci si può anche andare a congratulare per l’entusiasmo giovanile, poi al momento delle scelte importanti tutto resta come prima e i sindacati scioperano per le solite, pur legittime, dinamiche contrattuali. L’urgenza della deadline al 2030 come limite all’inversione di rotta per la sopravvivenza del Pianeta scade come mitologia, valida appunto per i bollori giovanili poi l’economia è altro, si sa!

C’è chi grida addirittura alla manipolazione della ragazzina, come se una ragazzina non fosse in grado di comprendere la voragine che si apre sulla qualità della vita al ritmo forsennato cui stiamo andando. Come se una ragazzina non potesse interpretare i dati che gli scienziati e alcuni politici illuminati si sbracciano a ripetere da anni, come se non fossero già emersi centinaia di movimenti che mettono in guardia da molto tempo verso la deriva che sta prendendo la nostra vita sul Pianeta ammalato. Perché il problema è il nostro, nostro di esseri viventi consapevoli di quel che ci attende. La sfera terrestre troverà un nuovo equilibrio, caldo o freddo che sia, liquido o gassoso, non importa, ciò che importa è invece che fine farà la vita su questa sfera, la vita di chi già esiste e di coloro che sono in procinto di venire da qui al 2030, che certo non sarà la fine del mondo, ma solo l’inizio della terribile agonia.

Il 24 maggio i giovani di tutto il mondo chiamano ancora ad uno sciopero mondiale ma lo dovrebbe davvero essere! Uno stop a tutte le attività economiche per dare il segnale che se non si affronta la questione ambientale tutto si ferma!

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