Indiscusso
20 Aprile 2019

Ai sindacati: il coraggio di scioperare per l’ambiente

di Marzia Marchi | 3 min

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L’assessore timoroso

Intervengo per sottolineare per l’ennesima volta (e lo farò fino a che sarò consigliera) che quando si illustra un bilancio, ovvero una serie di numeri che riguardano  i soldi pubblici, sia per chiarezza di esposizione che per trasparenza politica, data la potente digitalizzazione vantata dall’amministrazione comunale, saggio sarebbe proiettare il documento alla pagina di cui si discute e magari, perché no qualche tabella riassuntiva con grafici riepilogativi di quanto si va raccontando

La sicurezza non si impone per legge, si costruisce

C’è uno strano rapporto che lega gli eletti e gli elettori di destra: si chiama paura. Gli eletti hanno paura di non riuscire a convincere i propri elettori della bontà delle proprie leggi e impongono ogni due per tre la fiducia nel voto al Parlamento e gli elettori di destra sono così imbottiti di paure da credersi perseguitati

Non voto a perdere

Sentire dalla bocca di un Ministro della “Repubblica democratica fondata sul lavoro” - art.1 della Costituzione su cui ha giurato - l’invito esplicito a disertare il voto referendario è la cifra distintiva di coloro che approfittano della democrazia

Rifiutiamoci!

Rifiutiamoci di dimenticare che il rifiuto che produciamo non ci torni prima o poi nel piatto, nel bicchiere e nei polmoni.

In fondo a destra

Bibbia e moschetto una volta, Bibbia e drone oggi, il resto non cambia!

“Negli ultimi sei mesi milioni di studentesse e studenti in tutto il mondo – non da ultimo in Italia – hanno fatto sciopero per il clima. Ma nulla è cambiato. Le emissioni sono ancora in aumento. E, ad essere onesti, non c’è alcun cambiamento in vista […]
Non siamo scesi in strada perché i politici si facciano selfie con noi e ci dicano che ammirano davvero ciò che facciamo.
Noi, ragazze e ragazzi lo stiamo facendo per svegliare gli adulti.
Noi, ragazze e ragazzi lo stiamo facendo per chiedere azioni.
Noi, ragazze e ragazzi lo facciamo perché rivogliamo le nostre speranze e i nostri sogni”.

Parole di Greta Thunberg, lucida e spietata il 19 aprile a Roma nei Fridays For Future. Il movimento dei giovani preoccupati per l’ambiente sul cui carro di visibilità in molti tentano di salire ma cui nessuno risponde veramente.

Nemmeno i sindacati, di cui l’azione di scioperare dovrebbe essere pane quotidiano. Nessun sindacato al momento ha veramente proclamato uno sciopero generale per il clima.
Si organizzano i giovani a stare fuori da scuola e qualche temerario insegnante ma tanto nella vulgata comune non è quello il settore che conta. Non fare lezione non fa male a nessuno, non compromette le tasche di nessuno, non infastidisce i poteri forti e anzi ci si può anche andare a congratulare per l’entusiasmo giovanile, poi al momento delle scelte importanti tutto resta come prima e i sindacati scioperano per le solite, pur legittime, dinamiche contrattuali. L’urgenza della deadline al 2030 come limite all’inversione di rotta per la sopravvivenza del Pianeta scade come mitologia, valida appunto per i bollori giovanili poi l’economia è altro, si sa!

C’è chi grida addirittura alla manipolazione della ragazzina, come se una ragazzina non fosse in grado di comprendere la voragine che si apre sulla qualità della vita al ritmo forsennato cui stiamo andando. Come se una ragazzina non potesse interpretare i dati che gli scienziati e alcuni politici illuminati si sbracciano a ripetere da anni, come se non fossero già emersi centinaia di movimenti che mettono in guardia da molto tempo verso la deriva che sta prendendo la nostra vita sul Pianeta ammalato. Perché il problema è il nostro, nostro di esseri viventi consapevoli di quel che ci attende. La sfera terrestre troverà un nuovo equilibrio, caldo o freddo che sia, liquido o gassoso, non importa, ciò che importa è invece che fine farà la vita su questa sfera, la vita di chi già esiste e di coloro che sono in procinto di venire da qui al 2030, che certo non sarà la fine del mondo, ma solo l’inizio della terribile agonia.

Il 24 maggio i giovani di tutto il mondo chiamano ancora ad uno sciopero mondiale ma lo dovrebbe davvero essere! Uno stop a tutte le attività economiche per dare il segnale che se non si affronta la questione ambientale tutto si ferma!

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