Occhiobello
20 Aprile 2019
Tutto esaurito per il filosofo e psicologo al teatro Tosi di Santa Maria Maddalena

Galimberti racconta il nichilismo dei giovani a Parole d’autore

di Redazione | 3 min

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Santa Maria Maddalena. Nella quinta serata di Parole d’autore, Umberto Galimberti ha fatto il tutto esaurito al teatro don Gino Tosi di Santa Maria Maddalena. Il filosofo e psicologo, seppur febbricitante, ha intrattenuto per un’ora e mezza il pubblico presente, parlando, come ha dimostrato di saper fare in molte occasioni, in modo appassionato e provocatorio, dei giovani di oggi e del loro futuro.

L’occasione è stata la presentazione del suo ultimo lavoro non accademico: “La parola ai giovani, dialogo con la generazione del nichilismo attivo”.

“Dopo il libro pubblicato nel 2007 – L’ospite inquietante, il nichilismo e i giovani -, questo è un approccio diverso al nichilismo giovanile: da quello passivo a quello attivo – spiega lo psicologo -. Ho voluto dare la parola direttamente ai giovani pubblicando 72 tra le lettere inviate a “D” l’inserto femminile di Repubblica, che curo dal 1996. 72 lettere scritte da ragazze e ragazzi tra i dodici e i trent’anni, che affrontano tutte le problematiche che incombono sui giovani oggi. Dal futuro del lavoro, alla scuola, ai rapporti con i genitori, alla cultura, all’amore e anche alle domande ultime”.

È un fiume in piena Galimberti quando dichiara che i genitori non devono essere amici, ma devono essere la norma e la legge, anche se questa autorità se la devono meritare. “I padri dovrebbero parlare con i figli tra i 2 e i dodici anni, dopo è troppo tardi, dopo tutto si è già formato e i figli si costruiscono un mondo senza genitori”.

Continua, sottolineando che è proprio la cultura occidentale, strutturata in quella che lui chiama l’età della tecnica, a non consentire ancora una educazione da parte delle famiglie, impegnate prima del tutto nel lavoro, come è richiesto da una società del maggior utile possibile con lo sforzo più efficiente.

“Non dobbiamo scordarci che è il cristianesimo la struttura del pensiero occidentale che ha messo l’ottimismo come scopo del futuro. La scienza stessa è assolutamente cristiana, con la correlazione passato/presente/futuro, ma lo è stato anche Marx e lo sono anche gli atei occidentali. Perché la triade passato-da cambiare/presente- i cambiamenti e le lotte in atto/futuro il mondo migliore, è intrinseca nel nostro modo di pensare”.

Afferma con forza che la speranza è una parola passiva che va eliminata. È necessaria la cultura per conoscere il sé e l’identità è un dono sociale e non di natura.

Il filosofo affronta, nella serata, tantissimi argomenti: dal desiderio che si alimenta di mancanza, al ruolo degli insegnanti che devono essere empatici e avere qualità per affascinare e desiderio di imitare “ solo con una scuola che educa si creano degli individui sociali e la nostra scuola non educa, al massimo forma per il lavoro e questo non è lo scopo ultimo della vita.”

Ma nel duro realismo della società che ha dipinto chiude con questo: “Nei giovani che mi hanno scritto ho letto un desiderio di vivere dentro il nichilismo e comprendendolo, sostituirlo con un nichilismo attivo di chi, partendo da uno scenario desolante, inventa il proprio futuro senza consolanti speranze”.

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