Cronaca
18 Aprile 2019
Dopo quella minorile, i Carabinieri informano anche la procura di Ferrara. Intervento anche dei sindacati: “Comportamenti degli adulti contribuiscono ad alimentare clima d'odio”

Bullismo antisemita. La garante: “Guidare i ragazzi in un percorso di riflessione”

di Redazione | 4 min

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Mentre i Carabinieri, pur senza aver individuato indagati, hanno informato anche la procura di Ferrara – oltre a quella minorile – sull’episodio di bullismo antisemita verificatosi in una scuola media di Ferrara, sulla vicenda intervengono anche il Garante regionale per l’infanzia e i sindacati.

La Garante dell’infanzia. “Questi ragazzi sono stati, con decisione, fermati nei loro gesti e nelle loro affermazioni, vanno ora guidati in un percorso di riflessione e di maturazione, anche per comprendere la gravità delle parole pronunciate, aiutati, quindi, nel tradurre la drammaticità di eventi che la storia ci ha consegnato e sostenuti nel leggere quello che le generazioni precedenti ci hanno voluto trasmettere, affermando valori fondamentali quali libertà e uguaglianza, dai quali discendono concetti come collaborazione, solidarietà e aiuto reciproco – afferma Clede Maria Garavini, garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza -. Va decisamente apprezzata e sostenuta la reazione immediata sull’accaduto degli adulti e della comunità ferrarese”.

Solidarietà dalla Regione alla comunità ebraica. Il Consiglio regionale – pur al termine di una bagarre generale – ha votato un atto d’indirizzo presentato dal M5S per esprimere solidarietà alla comunità ebraica di Ferrara.

Zagatti (Cgil). Una reazione che arriva direttamente anchedal segretario generale della Cgil Ferrara, secondo il quale “è arrivato il momento della responsabilità condivisa e di una politica che non si senta avulsa dall’esistente od immune dalle ricadute indotte dai propri posizionamenti di parte e sappia interrogarsi a tuttotondo sulla propria funzione sociale per dare voce e gambe ad una società capace di rigenerasi e misurarsi in maniera costruttiva dentro la complessità umana e sociale”.

“Siamo così sicuri – si chiede Zagatti – che il registro diffuso alla base dell’odio e del disprezzo per l’altro, ormai assunto e riprodotto anche dentro le relazioni fin dalla tenera età, possa realmente dirsi accettabile e scusabile senza sentirsi chiamati apertamente in causa come cittadini? Non è forse a rischio la qualità dell’aria che respiriamo e della società che abitiamo? Non è per caso che l’orrore di Auschwitz si determini e abbia inizio proprio sulla strada che porta ad Auschwitz, attraverso i gesti normalizzati e banalizzati del quotidiano? In una società democratica il rispetto, la solidarietà e il reciproco riconoscimento senza distinzione alcuna in relazione alle appartenenze di sesso, etnia, religione, orientamento sessuale, appartenenza politica e culturale non possono ammettere e prevedere compromessi, esclusioni, distinguo o possibili gradazioni di preferenza”.

“Forse – aggiunge il segretario della Cgil – mai come oggi, si pone la necessità e l’urgenza di non stare a guardare e di rifondare la valenza sociale ed educante della politica, a fronte di una fase sempre più confusa e nostalgica di arretramenti culturali e di aperti tentativi di riscrivere in chiave restrittiva l’ambito di competenza delle libertà e dei diritti. Diritti e libertà non ammettono restrizioni giustificate da distinguo che discriminano e per dirsi tali hanno bisogno di esprimersi in forma allargata e trasversale: poiché parlare di diritti per pochi rappresenta una contraddizione in termini. I diritti su misura non sono diritti, bensì privilegi. E’ arrivato il momento di fare della politica qualcosa di grande, di rendere la politica esempio e ponte di idealità per noi stessi e per le future generazioni. Facciamolo, se vogliamo assistere a bambini e adulti spontaneamente in grado di praticare l’amore per l’umanità intera e rifiutare l’odio per l’altro – conclude Zagatti -. Facciamolo prima dei rimpianti”.

I sindacati della scuola. Sul fatto si registra anche una presa di posizione unitaria di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola: “Come organizzazioni sindacali del comparto della conoscenza abbiamo la certezza che la scuola sia uno dei luoghi deputati ad affrontare questi tristi episodi, al fianco degli stessi ragazzi, perché essa è il luogo dove i giovani si formano ed insieme crescono per diventare cittadini consapevoli e protagonisti. Ma ciò che vogliamo denunciare con forza è la responsabilità che hanno gli adulti, che ormai quotidianamente contribuiscono ad alimentare un clima di violenza gratuita, squadrista e di cultura dell’odio, tristemente sdoganato anche dalle forze politiche di governo”

I sindacati del comparto della conoscenza si dicono “convinti che l’argine alla violenza e all’odio debba essere contrastato attraverso la diffusione di valori educativi positivi e democratici di cui la scuola è intrinsecamente portatrice, attraverso lo studio e la cultura della pace e della storia contemporanea, non sufficientemente conosciuta. Questi valori devono trarre origine e forza nelle scuole, nelle università, nei centri culturali, in una politica sana, perché la memoria è un impegno, la storia è una lezione, la cultura è la medicina che ci preserva dai ritorni delle peggiori stagioni che hanno attraversato millenni di storia e che ancora oggi, continuano. È chiaro – concludono – che oggi ci sono in campo forze politiche pronte ad alimentare fuochi razzisti e fascisti. Tocca a noi adulti, a noi protagonisti della “società civile” spegnere fin da subito tali fuochi, per la libertà, la democrazia, e la Costituzione”.

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