Attualità
15 Aprile 2019
Le coop sociali spiegano perché hanno disertato l'ultimo bando della Prefettura: “Saremmo diventati distributori di piatti, posate e bicchieri di plastica e lenzuola di carta usa e getta”

Il Terzo Settore: “Non disponibili a un’accoglienza di bassa qualità”

di Redazione | 4 min

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La mancata partecipazione delle cooperative sociali ferraresi all’ultimo bando indetto dalla Prefettura per richiedenti asilo ha generato una certa pressione sul terzo settore, esposto alle critiche per non aver aderito al bando nel momento è calato il sostegno economico previsto come effetto del decreto sicurezza. Ma sono critiche che il Forum rimanda al mittente, spiegando il perché sia stata compiuta una tale scelta.

“Eravamo consapevoli che la nostra non partecipazione al bando ci avrebbe esposto a facili critiche e, purtroppo, anche ad offese ed insulti – afferma Chiara Bertolasi, portavoce del Forum del Terzo Settore Ferrara -, ma non siamo disponibili ad una accoglienza di bassa qualità che considera le persone più deboli non più come uomini e donne con una piena dignità, ma soggetti da ‘mantenere al minimo’ in attesa di una espulsione che ben difficilmente avverrà”.

Il bando (scaduto il 9 aprile) non è andato deserto solo per la presenza di un’offerta, proveniente però da Padova (dalla coop Un mondo di gioia, che già ha operato nel ferrarese), mentre ;e cooperative sociali “Matteo 25”, Meeting Point, Cidas, Airone, Ballarò, Eccoci, Vivere Qui, le associazioni Viale K, Filippo Franceschi, Accoglienza, Amici della Caritas, Nadiya, Spagnolina, Centro Donna Giustizia, Città del Ragazzo non hanno partecipato.

“È stata una decisione molto sofferta e meditata – spiega Bertolasi, che rivendica i risultati ottenuti fin qui -. Abbiamo finora gestito l’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto alle richieste che sono pervenute dallo Stato italiano, nel rispetto delle regole contenute nel capitolato dei servizi e nel rispetto della “Carta per la Buona accoglienza delle persone migranti” sottoscritto dalle nostre realtà con il ministero dell’Interno. L’abbiamo fatto studiando e proponendo alle persone percorsi di autonomia e di reale integrazione, sia sociale che lavorativa, e i numeri delle persone inserite nel mondo del lavoro e in attività sociali lo testimoniano: sulle 640 persone ad oggi accolte, 78 in attività di volontariato e integrazione in collaborazione con associazioni locali e società sportive, 175 stanno svolgendo un tirocinio lavorativo o un corso di formazione e 220 sono assunte con regolare contratto di lavoro. Abbiamo dato lavoro, assumendo e pagando in modo regolare, oltre 150 persone come educatori, insegnanti, mediatori culturali, psicologi, avvocati, ecc. Abbiamo affittato e pagato affitti in modo regolare a tanti proprietari italiani. Abbiamo dato vita a collaborazioni con tante amministrazioni delle comunità locali, con associazioni di volontariato e con la nostra Chiesa di Ferrara e Comacchio. Abbiamo cercato di far sentire questi uomini e donne a ‘casa loro’, ascoltato le loro sofferenze, condiviso i loro cammini di vita, corretti, ove possibile, atteggiamenti non positivi”.

Ma con la tagliola portata dal decreto sicurezza, “il capitolato di questo nuovo bando rende impossibile molto di tutto questo”, spiega ancora Bertolasi: “Riduce il ruolo delle cooperative e associazioni a distributori di piatti, posate e bicchieri di plastica e lenzuola di carta usa e getta: le persone ospitate non avranno più la possibilità di utilizzare quanto già a loro disposizione nei singoli appartamenti, né potranno occupare il tempo in quelle semplici attività quotidiane, quali il prepararsi il cibo e il fare la spesa, importanti per impegnare le ore della giornata da parte di coloro che non lavorano. Non copre gli oneri della sicurezza sul lavoro delle persone assunte. Riduce drasticamente il numero degli educatori impegnati nel seguire i richiedenti asilo, aprendo una grave falla sia a livello educativo e di accompagnamento degli stranieri nel loro percorso di integrazione, ma anche a livello di controllo e di sicurezza per le comunità locali in cui gli appartamenti sono inseriti”.

Ma il Forum non critica la riduzione dei pagamenti in sé e per sé. Anzi, “una riduzione della spesa giornaliera pro-capite prevista fino ad ora, è condivisibile – spiega ancora Bertolasi -: basti pensare che in seguito alla diminuzione dei nuovi arrivi, non sono più necessari tanti interventi di prima accoglienza. Il vero risparmio però poteva e doveva essere ottenuto attraverso una riduzione dei tempi di risposta dell’istanza di richiesta asilo (oggi in media più di 600 gg), che non solo aumentano i costi, ma mettono a dura prova i richiedenti e le comunità che accolgono”.

“La nostra scelta sarebbe quella di non mettere per strada nessuno, ma rimaniamo a disposizione, insieme alle nostre realtà associative, riunite nell’Alleanza delle Cooperative e nel Forum del Terzo Settore di Ferrara, del Prefetto e delle autorità locali, per trovare soluzioni e garantire la massima dignità alle persone accolte sul nostro territorio”, conclude Bertolasi.

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