Attualità
15 Aprile 2019
I giovani alunni delle classi partecipanti al progetto 'I percorsi della memoria' hanno analizzato la toponomastica della città e scoperto molte curiosità

Dai nomi delle vie la ricostruzione della storia di Ferrara

di Redazione | 2 min

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Che via Cammello derivasse dal cognome di una antica famiglia o che via Coperta fosse quasi completamente sovrastata da archi, sono curiosità che pochi ferraresi possono dire di conoscere. Ne sono informati i giovani alunni delle classi partecipanti al progetto I percorsi della memoria, promosso da Anpi, con l’appoggio di Istat, del Comune di Ferrara e del Museo del Risorgimento e della Resistenza, nell’ambito del progetto regionale “Con-Cittadini” dalla regione Emilia Romagna.

I percorsi della memoria si è concluso alla Sala Estense, con la presentazione dei lavori degli istituti coinvolti: la scuola primaria “G.Matteotti”, la secondaria di primo grado “F.De Pisis”, la primaria “Villaggio Ina”, l’Istituto Tecnico “G.B. Aleotti” e l’ Istituto “Vergani-Navarra”.

Le classi hanno affrontato il tema della toponomastica in maniere differenti, ma con l’obiettivo di compilare alcune schede analitiche contenenti descrizioni, categorie e cenni storici sulle vie selezionate. Le schede sono disponibili sul sito del Comune di Ferrara, nella sezione Toponomastica. Concentrandosi su differenti zone della città, i ragazzi hanno passeggiato assieme alle professoresse, interrogandosi sull’origine dei nomi delle strade, sulle categorie che le raggruppano e sui personaggi storici che richiamano.

Una ricerca che ha permesso una riflessione sul passato, sulla società e sulla sua evoluzione. Grazie all’analisi impariamo con i ragazzi che via Fondobanchetto deriva da un terribile tradimento all’epoca estense e che via della Sirena richiama sia il triste avvertimento bellico che il termine dell’orario di lavoro per gli operai.

“I nomi delle vie sono utili alla ricostruzione della nostra storia – afferma Daniele Civolani, vice presidente di Anpi – ed è giusto che ci si interroghi sulla loro provenienza, che la curiosità venga stimolata, accrescendo il senso d’appartenenza alla comunità e muovendosi in un ambiente cittadino culturalmente proprio e storicamente definito”.Introduce la presentazione del lavoro dei ragazzi, l’intervento di Maisto: “Bisogna scegliere bene a chi intitolare le strade: i nomi rimangono (quasi) sempre invariati e saranno proprio quelli a svegliare la curiosità di altri giovani che ne cercheranno l’origine”.

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