Terre del Reno. Che tra le frazioni di Terre del Reno, e in particolare a San Carlo, ci sia un problema di sovrappopolamento di piccioni è un fatto ormai noto da diversi anni, come dimostrano le diverse interpellanze e iniziative private messe in campo per difendere la pulizia e l’igiene degli spazi pubblici. La soluzione adottata nel corso dell’ultimo fine settimana dall’amministrazione comunale è però di certo la più drastica a cui si è assistito in questi anni: tra sabato e domenica (30 e 31 marzo) sono stati infatti abbattuti circa 700 esemplari.
L’operazione è stata svolta dai cacciatori coadiutori, intervenuti dopo averne dato comunicazione alla polizia provinciale e sotto al monitoraggio della polizia municipale. La quantità di volatili abbattuti dimostra secondo l’amministrazione comunale “in maniera evidente le dimensioni del problema. Non solo di disagio per i cittadini ma anche igienico-sanitario”.
“Questa situazione – ha dichiarato il sindaco Roberto Lodi – andava avanti già da diversi anni e non aveva ancora trovato soluzione. Necessitava subito di un provvedimento del genere e, anche se doloroso, si è reso necessario in quanto rappresenta l’unica soluzione vera e utile. Valuteremo in seguito se abbiamo risolto il problema definitivamente o se occorrerà proseguire su questa strada. Ringrazio i coadiutori che hanno collaborato e prestato un importante servizio senza alcun aggravio per la cittadinanza”.
Rimane ora da capire se le associazioni ambientaliste insorgeranno per contrastare la scelta del Comune e ‘vendicare’ (dal momento che è già stata eseguito) l’abbattimento dei volatili. Da questo punto di vista, un precedente potrebbe regalare un assist all’eventuale battaglia ambientalista: l’8 agosto del 2012 infatti il Comune di Sant’Agostino (oggi confluito in Terre del Reno) emanò un’altra ordinanza per l’abbattimento dei piccioni, che fu bocciata dal Tar dopo il ricorso di alcune associazioni ambientaliste (Vittime della caccia, Animal Liberation e Lega per l’Abolizione della Caccia) in quanto, secondo il collegio presieduto dal giudice Giancarlo Muzzarelli, l’ordinanza non indicava “le ragioni per le quali tali pericoli (igienico-sanitari, ndr) non possono essere affrontati mediante gli ordinari strumenti previsti dalla vigente normativa statale e regionale”. Stesso destino era toccato a un’ordinanza emanata l’anno precedente dal Comune di Poggio Renatico, e annullata dal Tar nel settembre del 2012.
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