Politica
31 Marzo 2019
Per il gip nessuna offesa. Ma anche le accuse contro gli assessori erano senza fondamento

Caso Camelot. Archiviata la querela di Maisto e Merli contro Fabbri

di Redazione | 2 min

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“Questa è la prova evidente che avevo ragione”. Commenta così Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra, l’archiviazione della querela sporta dal vicesindaco del Comune di Ferrara Massimo Maisto e dall’assessore allo Sport Simone Merli all’indomani delle dichiarazioni dello stesso Fabbri sull’operato dei due amministratori nei confronti della cooperativa Camelot.

Nel 2015 Alan Fabbri, anche a seguito dell’intervento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione sulle criticità nelle modalità di affidamento dei servizi di accoglienza, ospitalità e integrazione da parte del Comune di Ferrara a Camelot, aveva richiesto alla Regione di fare chiarezza su un possibile conflitto di interessi, dato che gli stessi Maisto e Merli avevano lavorato in passato presso la medesima cooperativa.

Nell’occasione il leader leghista ricordava che “il Comune di Ferrara ha dovuto revocare due affidamenti diretti alla Camelot (per oltre 1milione di euro) dopo i rilievi dell’Anticorruzione. Dopo quei fatti Camelot ha continuato a macinare appalti: vincendo in cordata quello per l’affidamento dei minori stranieri non accompagnati anche richiedenti asilo e rifugiati (con valore potenziale di oltre un milione di euro) e quello che assegna 1.530.000 euro per l’accoglienza di 400 presunti ‘profughi’ nell’ambito dell’ex Mare Nostrum. Sono milioni di euro di soldi pubblici che fluiscono incessantemente nelle casse della solita cooperativa”.

Nel luglio del 2017 la procura ha archiviato la querela contro Fabbri. Per il gip “tali affermazioni non rappresentano in alcun modo un’offesa dell’onore e della reputazione” di Maisto e Merli, ma sono invece “espressione del diritto di cronaca politica”.

Va detto però che nell’ambito dell’indagine su Camelot, rubricata con l’ipotesi di abuso di ufficio, “non sono emerse prove di un conflitto d’interessi penalmente rilevante”, tanto che anche in questo caso il tribunale ha archiviato il procedimento sottolinenado che nessun assessore della giunta Tagliani risultava indagato.

Se ne desume quindi che anche le accuse politiche di Fabbri contro Maisto e Merli erano senza fondamento, quantomeno penale. Eppure il candidato sindaco della Lega rivendica di aver “sempre sostenuto che il vicesindaco e l’assessore abbiano agito in maniera moralmente e politicamente sbagliata. Loro, in tutta risposta, hanno provato a mettermi a tacere querelandomi per diffamazione. Il sostituto procuratore Stefano Longhi prima e il giudice Silvia Marini poi hanno, invece, confermato che non ho in alcun modo rivolto alcuna offesa all’onore ed alla reputazione di Maisto e Merli”.

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