Leonardo Mendolicchio presenta “L’amore è un sintomo”
Venerdì 24 ottobre alle ore 17:30, presso la sala dell’Oratorio San Crispino della libreria Libraccio di Ferrara, Leonardo Mendolicchio presenta “L’amore è un sintomo”
Venerdì 24 ottobre alle ore 17:30, presso la sala dell’Oratorio San Crispino della libreria Libraccio di Ferrara, Leonardo Mendolicchio presenta “L’amore è un sintomo”
Il mito di Dionisio sui vasi di Spina. Sarà questo il tema della conferenza dell'archeologo romano Alessandro Locchi che si terrà sabato 25 ottobre alle 16 al Museo Archeologico Nazionale
L’associazione Cds - Centro Ricerche Documentazione e Studi Economico Sociali organizza sabato 25 ottobre, dalle 10 alle 12.30, presso la Sala della Musica del Chiostro S. Paolo in via Boccaleone 19 a Ferrara, l’incontro “La Cooperazione di consumo a Ferrara: un patrimonio attuale. Radici e futuro di una realtà cresciuta nel territorio”
E' una lotta tra il bene e il male quella raccontata da Fabrizio Rinaldi nel libro dal titolo "Gli eroi al tempo di Lucifero" che il ' 24 ottobre sarà presentato nella biblioteca Ariostea
Venerdì 24 ottobre, alle 17:30, alla Libreria Libraccio di Ferrara, Leonardo Mendolicchio, medico psichiatra psicoanalista, presenta “L’amore è un sintomo”
Sabato 30 marzo alle 18 alla libreria Ibs+Libraccio di Ferrara, Matteo Bianchi presenta “Fortissimo”, dialoga con l’autore Roberto Pazzi.
Tra un Fortissimo e un Mezzo piano, Matteo Bianchi compone la sua personalissima sonata sul tema – prediletto – della passione amorosa, scandita in movimenti ora lenti e indugianti, ora nervosi e taglienti, fra malinconia, tenerezza, insofferenza, azzardo.
Se nella prima parte si affida alla forma diaristica – con schegge narrative di raffinata complessità –, nella seconda declina il verso libero con la libertà dell’estro e dell’intelligenza che da tempo gli conosciamo, inanellando dialoghetti di sospesa intensità, figure che si cercano e si perdono, gli oggetti della vita di ogni giorno: un bollitore per il tè, il fumo di una sigaretta, «due bottiglie / destinate a essere buttate».
Alle origini di questa poesia è forse una ferita, il sentimento di una perdita irreparabile, di un «vuoto sconosciuto», cui nondimeno corrisponde l’aspirazione a una pienezza di vita, al «frammento che porta dentro / l’intero».
Rispecchiandosi nelle figure lontane del mito, nelle loro vicende esemplari (Orfeo, Psiche, Prometeo, Ulisse, Orlando pazzo per amore, Romeo), ma anche in figure storiche di dolorosa umanità come Cesare Pavese, il giovane Matteo sembra giungere a una sorta di primo consuntivo della propria vita, non solo poetica, nell’urgenza di un dato esistenziale che non vuole ripiegarsi su se stesso, ma farsi moralità, pietas, memoria, ostinata volontà di conoscenza: «Io ti ripetevo che il poeta / deve camminare. / Non stancarsi subito / di tornare indietro, / riattraversare la stessa porta, / reduce delle stanze / quando scappa di casa».
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