Politica
20 Marzo 2019
Le reazioni dopo la sentenza della Corte di Giustizia Ue sugli aiuti di stato

Carife. “Adesso la Commissione europea si assuma le proprie responsabilità”

di Redazione | 6 min

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Non può che generare un’ondata di reazioni anche a Ferrara la sentenza con la quale la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che, almeno nel caso Tercas, il salvataggio tramite l’intervento del Fondo interbancario non fosse da considerare un aiuto di stato.

Marco Cappellari e Mirco Tarroni del gruppo Amici della Carife

Cappellari (Amici di Carife). “Una sentenza che getta una luce enorme in una vicenda nebbiosa”, commenta Marco Cappellari di Amici di Carife. “In sostanza dice che è stata compiuta una decisione illegittima che ha incenerito una banca e i risparmi di 32mila ferraresi. La risposta che arriva dalla Corte di Lussemburgo è pesante come un macigno. Noi avevamo un’assemblea degli azionisti che aveva approvato il piano di salvataggio di Banca d’Italia con l’intervento del Fondo interbancario e l’Ue lo ha impedito – rimarca Cappellari -. Ora è stato dichiarato che questo impedimento era illegittimo. Ora la Commissione europea si assuma le proprie responsabilità e si organizzi per rimborsare gli azzerati Carife”.

Aldo Modonesi. I commenti arrivano anche dai politici. Tra questi il candidato sindaco Aldo Modonesi. “Fino a questa mattina avrei voluto chiedere al ministro Tria di rendere conto del silenzio tenuto sul decreto ristori. Ma dopo la sentenza su Tercas penso di dover rivolgere la mia indignazione all’Ue – afferma Modonesi -. Oggi ci hanno detto che la soluzione ipotizzata inizialmente per Carife, ovvero l’intervento del Fitd era assolutamente legittima. La commissione europea, invece, a fine 2015 bloccò il Governo perché quell’intervento dicevano che equivaleva a un aiuto di Stato, vietato dalle norme europee. Errore o malafede, non sta a me deciderlo, ma da quello stop sono dipesi danni pesanti come quelli di un terremoto su Ferrara, centinaia di piccoli risparmiatori e la nostra economia. Nei giorni scorsi ho avuto modo di incontrare sia gli Amici di Carife, sia gli Azzerati. Ci tengo a ringraziare entrambi i gruppi della disponibilità e della franchezza. Penso sia innegabile che quello che vogliamo tutti sia fare luce su una vicenda tanto pesante e complessa. Mi auguro che la campagna delle amministrative non la voglia fare nessuno sulla pelle di ex azionisti e obbligazionisti – conclude il candidato -. Sono già stati sufficientemente tirati da una parte o dall’altra: a volte per fini elettorali, altre anche solo per scattare qualche foto di rito. Ma ancora non hanno ricevuto risposte. E ce n’è bisogno: di risposte, di chi si assuma delle responsabilità e di chi risarcisca questa città”.

Alan Fabbri. A stretto giro interviene proprio il suo avversario, Alan Fabbri, candidato sindaco per il centrodestra, che non sotterra affatto l’ascia di guerra: “Carife poteva essere salvata e il Pd pusillanime, se non in malafede, si è lasciato abbindolare dalle minacce dell’Europa su una questione che, per tante famiglie, si è poi trasformata in un dramma che si poteva evitare. Oggi il candidato sindaco del Pd piange lacrime di coccodrillo: ma dov’era in tutti questi anni di battaglie portate avanti dai risparmiatori e dalla Lega? La sentenza su Tercas dimostra che la soluzione ipotizzata inizialmente per Carife, con l’intervento del Fondo Interbancario era assolutamente legittima e avrebbe evitato il peggio. Il governo Renzi invece, si fermò davanti allo spauracchio agitato dalla Ue e con la solita scusadel ‘ce lo chiede l’Europa’ decise di azzerare migliaia di ferraresi mettendo in ginocchio un’intera provincia –  continua Fabbri -. Ora che la verità è emersa chiediamo conto a chi, sul territorio, ha sempre appoggiato e difeso quella decisione”, prosegue il candidato “rappresentanti del Partito democratico che, ancora oggi, davanti alla volontà del governo di rimborsare i risparmiatori traditi, non perdono occasione per sottolineare i paletti e le difficoltà che, ancora una volta, l’Europa sta tentando di porre. Magari sperando che le cose non vadano a finire nel modo giusto, in modo da poter portare avanti la loro bieca strumentalizzazione politica”. E rivolto ancora a Modonesi, Fabbri afferma: “Chiediamo un atto di responsabilità: invece di puntare il dito verso la Ue piangendo lacrime di coccodrillo, faccia un più onesto mea culpa, per essere rappresentante di un partito che non ha saputo difendere gli interessi dei propri cittadini e spieghi ai ferraresi dov’era in tutti questi anni di battaglie in cui la Lega si è schierata a fianco dei risparmiatori”.

Alberto Balboni, senatore di Fratelli d’Italia, sostiene che “adesso nessuno può mettere ancora in discussione quello che abbiamo sempre sostenuto e cioè che l’Ue non aveva alcun diritto di opporsi all’intervento programmato dal Fitd per contribuire a superare la crisi di Carife e che la decisione del governo Renzi di procedere alla risoluzione delle 4 banche era fondata su presupposti erronei e illegittimi. Entro oggi (martedì, ndr) depositerò un’interrogazione parlamentare per chiedere al ministro Tria di prendere atto di questa importantissima sentenza e di procedere quindi senza ulteriori indugi ad emanare i decreti attuativi necessari a rimborsare i risparmiatori danneggiati da quelle decisioni tanto improvvide.  Chiederò inoltre quali iniziative intenda assumere per ottenere dall’Ue il rimborso dei gravissimi danni provocati ai risparmiatori, ai dipendenti e all’economia di intere comunità locali, tra le più colpite delle quali va senz’altro annoverata Ferrara”.

Luigi Marattin. Su Facebook interviene anche Luigi Marattin, oggi deputato, ai tempi consigliere economico del Governo Renzi. “Il ricorso su cui oggi si è espressa favorevolmente la Corte di Giustizia Europea fu fatto in primis dal governo Pd della scorsa legislatura – sottolinea Marattin -. Perché quando si governa, e c’è una decisione del livello di governo superiore che non ti piace, si fa così: la si applica, ma si fa subito ricorso agli organi competenti. Del resto è quello che tutti, Lega in testa, hanno detto ai sindaci in occasione della loro protesta contro il decreto-Salvini sulla sicurezza”. Marattin risponde a chi oggi sostiene che fosse il caso di andare avanti, ignorando la posizione della Commissione: “A costoro, pongo una semplice, semplicissima domanda: e perché voi non ve ne state fregando della possibile infrazione Ue sugli indennizzi ai risparmiatori, e da due mesi non avete il coraggio di emanare il decreto anche senza l’ok della Ue? O siete “leoni sovranisti” solo all’opposizione? La verità è che quando governi, non te la senti di giocare d’azzardo con i soldi dei contribuenti: se decidi di fare il ribelle e ti va male, a pagare miliardi di multe sono i contribuenti italiani. Dai banchi dell’opposizione, o dal divano di casa tua, è sicuramente più facile”. Secondo Marattin l’intervento del Fitd non è detto che avrebbe comunque salvato Carife e le altre tre banche fallite nel 2015: “Se quell’intervento non fosse stato risolutivo (così come non lo furono gli aumenti di capitale precedenti), il problema sarebbe stato solo rimandato e quelle banche sarebbero probabilmente fallite negli anni successivi. Il che vuol dire che si sarebbe applicata la versione “hard” del bail-in (entrata in vigore il 1 gennaio 2016), e non quella “soft” che fu usata nel novembre 2015. Il che vuol dire che non avrebbero perso i soldi solo azionisti e obbligazionisti subordinati (questi ultimi poi rimborsati al 80%), ma anche obbligazionisti ordinari e correntisti sopra i 100 mila euro”.

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