Economia e Lavoro
18 Marzo 2019
Scolamacchia (Confesercenti) critica la gestione delle vie d'acqua della provincia

Ferrara Terra e Acqua? Per ora terra e fango

di Redazione | 3 min

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“Ferrara, terra e….fango! Così sarebbe forse opportuno ribattezzare il logo che caratterizza la nostra destinazione turistica. Ci troviamo ogni anno a segnalare la difficoltà, se non l’impossibilità, di poter credibilmente offrire un prodotto turistico che sarebbe naturale per il nostro territorio: la navigabilità del Po e dei nostri canali, ed il conseguente sbocco al mare”. È l’amara constatazione che arriva da Nicola Scolamacchia, presidente provinciale di Confesercenti.

Per Scolamacchia è sufficiente vedere la Darsena di S. Paolo “in che stato versa, per rendersi conto della triste realtà. Ci è stato raccontato che il problema era il barcone che ospita un ristorante, che era indispensabile spostarlo per risanare l’intera area. Il barcone è stato infine spostato, quasi 3 anni fa”.

Da allora, la situazione “è solo peggiorata. Lo specchio d’acqua versa nel più cupo degrado, navigarlo è impossibile se non forse in canoa: qualsiasi naviglio degno di tal nome rischia infatti di incagliarsi nella melma”.

Non è certo migliore la situazione in cui si trovano “le “vie navigabili” – le virgolette son d’obbligo, vista la dubbia navigabilità – adiacenti: sponde fatiscenti, manutenzione del verde pressoché nulla, degrado delle aree urbane adiacenti. Chi volesse raggiungere la nostra città arrivando dal Grande fiume, deve sperare che il “casello”, la chiusa di Pontelagoscuro, sia funzionante e soprattutto presidiata da qualcuno che la manovri. Il servizio non ha infatti carattere di certezza, e non è impossibile trovare così la strada sbarrata”.

Stessa sorte per chi da Ferrara volesse uscire verso il Po. Se andiamo verso il mare, “lo spettacolo non cambia molto: argini mal tenuti, rischio concreto di insabbiamento nel Po di Volano, una chiusa – quella di Valle Lepri – sotto sequestro giudiziario per 5 anni, dissequestrata qualche mese fa, ma non ancora in funzione”.

Eppure, tanti vicini Paesi europei “ci mostrano cos’è il turismo fluviale, quanto questo sia una realtà consolidata e rappresenti un mercato per nulla di nicchia, ma anzi vitale ed economicamente rilevante”.

La Loira, il Danubio, il Reno – quello nord europeo – sono gli esempi sciorinati da Scolamacchia. Luoghi “costantemente solcati da navi di vario tipo, dalle crociere alla houseboat. Oppure, basta andare nel vicinissimo Veneto e scoprire che chi vuole andare in barca da Porto Tolle a Venezia od a Mantova può tranquillamente pianificare il proprio viaggio, con la certezza di attraversare tutte le conche semplicemente telefonando ad un numero verde, attivo 24 ore su 24. Quest’anno la Confesercenti organizzerà la 10° edizione della Borsa del Turismo Fluviale e del Po, a fine settembre”.

“Ci piacerebbe presentare un territorio – continua il presidente di Confesercenti – che sia davvero in grado di proporre i servizi che i tour operator chiedono e che le imprese ferraresi si ostinano a cercare di offrire affrontando mille problemi e imprevisti. Vorremo che il grande progetto dell’Idrovia Ferrarese avesse in sé il piccolo progetto della cura delle piccole cose, di far almeno funzionare quello che già c’è, di mantenere in essere le condizioni minime affinché non soffochi quel che sin qui è stato fatto”.

“Il turismo si costruisce con la pianificazione – conclude Scolamacchia -, gli operatori hanno bisogno di tempi certi, anche lunghi ma ben chiari, che permettano loro di sapere cosa poter promettere e modulare i propri investimenti. Non possiamo perdere un’opportunità così grande, dobbiamo tornare presto ad essere Ferrara Terra e Acqua”.

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