Comacchio
17 Marzo 2019
Partecipata inaugurazione a Palazzo Bellini per ‘Troia. La fine della città, la nascita del mito', aperta fino al 27 ottobre. Comune e Regione sottolineano il valore di sinergie e collaborazioni che "hanno dato nuova luce al territorio"

Dal Mann di Napoli la nuova mostra su Troia, Comacchio in pieno fermento culturale

di Redazione | 3 min

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Comacchio. Partecipatissimo debutto a Palazzo Bellini per la spettacolare mostra ‘Troia. La fine della città, la nascita del mito’, che rinsalda la collaborazione tra il Comune di Comacchio e il Museo Archeologico di Napoli dopo l’allestimento, nel 2018, di una temporanea dedicata alla storia di Pompei.

La giornata inaugurale dell’allestimento, visitabile gratuitamente fino al 27 ottobre, ha previsto l’intervento dell’amministrazione comunale e dei curatori della mostra Carla Buoite e Lorenzo Zamboni, entusiasti illustratori del percorso che accoglie in una cornice evocativa sculture, affreschi, e vasi figurati originali che raccontano miti e personaggi della più antica opera scritta dell’occidente, l’Iliade di Omero.

A loro l’assessore alla cultura Alice Carli attribuisce il merito di aver raggiunto con passione e grande preparazione “l’obiettivo di trasmettere emozioni uniche attraverso un linguaggio universale, accrescendo la qualità di una programmazione culturale molto ampia che sta interessando il territorio. Oggi abbiamo la possibilità di ammirare tesori di inestimabile valore, reperti che a volte sono anche da difendere”.

Per Zamboni, ricercatore dell’Università di Pavia, “pensare e realizzare questo allestimento è stata una sfida davvero emozionante, l’impresa è stata quella di cercare la veste adatta per riuscire a trasmettere la storia immortale di Troia e di personaggi che in ogni epoca riescono ancora comunque a raccontare qualcosa di nuovo”. A rinnovare la stima nei confronti suoi e della collega Buoite è anche la direttrice del Museo Delta Antico Caterina Cornelio, che ricorda il gruppo archeologico ferrarase come le sue “stampelle ai tempi della mia direzione del Museo di Ferrara: mi fa piacere che questi giovani professionisti continuino a collaborare senza limiti né confini in nome della cultura”.

Da Ferrara a Napoli, il sindaco Marco Fabbri non smette di elogiare la preziosa disponibilità del Mann e del suo direttore Paolo Giulierini. “Quella di oggi è una nuova scommessa vinta per Comacchio che ricorda una mia scommessa persa: due anni fa non avrei mai creduto che ‘Napoli’ avrebbe intrapreso questa collaborazione con la piccola Comacchio, prima ancora che riuscissimo ad aprire il Delta Antico”.

“A tutto ciò siamo arrivati grazie all’intensa attività di sensibilizzazione della città, passata attraverso due momenti significativi come il riconoscimento Mab Unesco e il percorso della candidatura a Capitale italiana della cultura. Grazie a quel fermento e ad una presa di coscienza delle potenzialità del territorio quei tavoli tematici estemporanei sono diventati permanenti. Un ringraziamento va anche alla Regione, che continua credere in questa nuova visione di Comacchio e ci consente investimenti importantissimi, come quello sulle Valli o sul progetto del distretto culturale Italia-Croazia, che ci vede capofila: le istituzioni, la regione e la Soprintendenza – conclude Fabbri – stanno dando un grande contributo a consolidare la nuova identità di Comacchio”.

“Comacchio merita un ruolo da protagonista ben oltre il palcoscenico locale, provinciale e regionale” gli fa eco la consigliera Marcella Zappaterra, ospite di giornata. “Dopo anni in cui si teneva in considerazione solo per il settore balneare, Comacchio gode in Regione dell’attenzione degli assessorati al turismo, all’ambiente, ai fondi europei, alla cultura: la svolta è avvenuta quando è cambiata la progettualità sul territorio, inutile negarlo. Questo fermento culturale inaspettato fino a qualche anno fa tiene viva Comacchio tutto l’anno, anche grazie ai comacchiesi che hanno preso consapevolezza delle potenzialità di questa città”.

Da delegata Mab Unesco, Zappaterra sottolinea inoltre come quel riconoscimento abbia consentito “di aprire uno scenario del parco unico del Delta del Po. La recente candidatura all’adesione della Carta Europea per lo Sviluppo Sostenibile poi è un ulteriore tassello che rafforza la crescita della Riserva della Biosfera, che paradossalmente sta funzionando molto meglio di quanto continuino a non funzionare i due parchi separati: speriamo di svoltare nei prossimi mesi anche in quell’ambito, i confini amministrativi possono essere benissimo essere superati con progetti validi e volontà politica”.

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