Lettere al Direttore
9 Agosto 2010

“Irresponsabile chiudere il Sant’Anna”

di Redazione | 6 min

Chiudere il Sant’Anna è una scelta irresponsabile. Il Pd, tramite il consigliere medico Portaluppi, persevera nello stucchevole gioco delle tre carte. E’ inoppugnabile che la scelta di chiudere il pronto soccorso in città, determini un grave disagio e maggiori rischi per i cittadini del centro, dei quartieri nord, nord-ovest e sud, almeno fino a via Veneziani e via Caselli. Si tratta di almeno 80 mila persone, prevalentemente anziani, per le quali, in condizioni di emergenza e non, l’accesso a Cona sarà meno rapido di quanto non sia oggi. Portaluppi, clamorosamente smentito nelle sue acrobatiche elucubrazioni, cerca di spostare il tiro dalla città alla provincia, per dimostrare che la posizione del nuovo ospedale nel “fondo della morte” sia ottimale per l’emergenza. Tesi risibile, secondo la quale il danno arrecato alla città, sarebbe bilanciato dall’avvicinamento del pronto soccorso a Codigoro o a Cento, dove esistono ospedali a regime (Delta, Comacchio e Cento), che risolvono il 90% delle situazioni. Se per far tornare i conti, si allarga il bacino d’utenza a tutta la provincia, non tenendo conto dell’attuale rete ospedaliera, delle due l’una: o il Pd prende in giro la popolazione, oppure ha già deciso (senza il coraggio di dichiararlo apertamente) la chiusura degli ospedali di Cento, Argenta e Bondeno. Anche un bimbo capisce che più lontano ci si trova dall’ospedale, più si rischia la vita, perciò confermo tutte le preoccupazioni, già espresse, in merito ai tempi di soccorso nelle emergenze, quando il pronto soccorso in Giovecca sarà chiuso.

La storia evidentemente non insegna nulla. Negli anni settanta il PD dimostrò il proprio deficit di lungimiranza e di programmazione, realizzando il complesso pediatrico ospedaliero, certamente all’avanguardia come struttura, ma nettamente sovradimensionato  rispetto alla già incipiente denatalità di Ferrara e Provincia. Come possiamo oggi dar credito all’efficacia e funzionalità della complessa riorganizzazione sanitaria che ruota attorno a Cona? Oggi il problema sanitario nazionale e ferrarese è rappresentato dagli  anziani, per i quali l’ospedale offre da anni barelle nei reparti medici-geriatrici.  Così,  e  molto peggio, accadrà a Cona, dove il numero dei posti letto è decisamente inferiore a quelli attualmente offerti dal Sant’Anna. L’anziano e il grande anziano, hanno molteplici problemi sanitari che concorrono a quell’ 80%  di codici verdi e bianchi, a cui risponde giornalmente il Pronto soccorso cittadino. Su questo punto non ci sono risposte concrete da parte del Pd e la fantomatica Casa della Salute, uscita dal cilindro e spacciata per attiva giorno è notte, è solo fumo negli occhi per i cittadini. Si dica chiaramente che tutte le prestazioni oggi erogate dal Pronto soccorso in Giovecca, saranno fornite direttamente o indirettamente da quello di Cona e che una volta dimessi (i codici verdi/bianchi) dovranno rientrare a Ferrara con l’ambulanza, o a mezzo taxi, a pagamento (i rientri da Pronto Soccorso al domicilio sono a carico del cittadino). Per trasparenza siano resi noti anche i prezzi nelle fasce orarie diurne, notturne, prefestive e festive, affinché i cittadini possano regolarsi. 

Nel merito delle politiche per l’emergenza, non sono in grado di valutare se quello di Portaluppi sia un trattato o un “bistrattato”, né se le argomentazioni da lui addotte scaturiscano da una sua diretta e personale esperienza in pronto soccorso o al 118. Quel che è certo è il pressapochismo e l’impreparazione dimostrata nell’esposizione dei dati relativi ai politraumi stradali, se solo si legge il rapporto sugli incidenti stradali in Provincia di Ferrara, presentato in occasione della settimana provinciale per la sicurezza stradale 2008. Il maggior numero di incidenti stradali e di feriti, sia in valori assoluti che percentuali, avviene nel comune di Ferrara, non nelle zone nord, sud, est ed ovest in cui è suddiviso il territorio provinciale. Inoltre a Ferrara comune  il numero di incidenti, morti e feriti, che  riguarda gli utenti deboli (pedoni-ciclisti) è in pauroso aumento, rappresenta il 77% del totale e le persone infortunate si concentrano nelle classi di età più alte. E’ ovvio che a tutti questi traumi, oggi risponde in tempi brevissimi il Pronto soccorso cittadino. Domani questi pazienti dovranno essere trasportati e trattati a Cona, con inevitabile allungamento dei tempi di soccorso.

Chi se ne intende sostiene anche che per la gestione dei politraumi della strada, sia già operativo un percorso di centralizzazione dei pazienti traumatizzati che prevede l’invio al Sant’Anna solo di  quelli  che non possono essere gestiti negli ospedali periferici di Valle Oppio, per la Romea, Ostellato e il Delta, di Cento per l’alto ferrarese e di Argenta per il territorio di competenza. Solo i pazienti gravissimi, che rispondono a certi criteri, già oggi vengono inviati al S. Anna e saranno poi inviati a Cona. Viene pertanto assai ridimensionata l’importanza di Cona nella rete Hub and Spoke regionale, per quanto riguarda i politraumi.  In futuro il suo ruolo sarà ancor minore, stante  l’attuale e completo Trauma Center dell’ Ospedale Maggiore di Bologna, che già oggi funziona da ospedale Hub per il S.Anna.

Riguardo alla trasfusione di sangue in caso di emorragia acuta, sempre chi se ne intende ribadisce che le soluzioni di cristalloidi servono solo per mantenere un minimo di perfusione agli organi vitali ed è giusto ed ovvio somministrali sul posto del primo soccorso (può farlo anche un’infermiere, come per l’ossigeno). E’ vero che i globuli rossi conservati a 4 gradi centigradi impiegano tempo per riprendere la loro attività, ma è pur vero che il Pronto soccorso, allertato dal 118, li porta a temperatura fisiologica nel tempo che impiega l’ambulanza ad arrivare. Prima si somministra sangue gruppo compatibile meglio è. In ambulanza le trasfusioni non si fanno sia per la cronica carenza di questo “prodotto”, sia perché non sempre ci sono medici soccorritori sul luogo dell’evento, ma più spesso infermieri o autisti soccorritori, non abilitati alla trasfusione di sangue, che a tutti gli effetti è un atto esclusivamente medico. Il tempo di trasporto in queste emergenze è quindi vitale. Più lontano ci si trova dall’ospedale, più si rischia la vita. Non è vero che ci siano rischi gravi di trasfusione in emergenza, in quanto il Pronto Soccorso ha scorte di sangue sia di gruppo 0 positivo (donatore universale), che di 0 negativo (indicato per le donne in età feconda), e questi gruppi si trasfondono anche molto rapidamente, senza prove di compatibilità, pena la morte del paziente.

Infine riguardo all’angioplastica primaria ed infarto, finalmente Portaluppi ammette che essa rappresenti una tripla A rispetto alla fibrinolisi. Egli però si è ben guardato dal fornire dati sull’efficienza e l’allineamento alle linee guida internazionali, del nostro centro di angioplastica. Oggi  non sappiamo se al Sant’Anna siamo in linea con i tempi da lui citati (90-120 minuti), non sappiamo quali siano i tempi relativi a pazienti che si presentano con mezzo proprio e a quelli giunti tramite 118. Non sappiamo neppure quali saranno i tempi a Cona. E’ dunque fondato il dubbio che molti cittadini dovranno accontentarsi non più di una tripla A, ma quando è possibile, di una fibrinolisi, fatto che non può lasciare tranquilli i ferraresi, né può essere ricondotto al corretto approccio per una seria programmazione sanitaria.

Nessun capoluogo di provincia nella nostra regione si è mai privato dell’ospedale e del pronto soccorso in centro storico, anche quando se ne è costruito un secondo fuori città. Ferrara sarebbe il primo e unico caso, esattamente come è accaduto per l’assenza di una circonvallazione, per l’immane presenza di una turbogas da 800 MWe a due passi dalla cattedrale, per il nuovo ospedale in costruzione da vent’anni. Più lontano ci si trova dall’ospedale, più si rischia la vita.

Sul soccorso ai malcapitati colti da ictus cerebrale, Portaluppi tace. Mai come in questi casi, più lontano ci si trova dall’ospedale, più si rischia la vita. E per finire, le chemioterapie e radioterapie ora dispensate in giornata a migliaia di pazienti al Sant’Anna, saranno disponibili solo a Cona. Quali e quanti disagi comporterà questa scelta ai malati di tumore ed ai loro famigliari? A Comacchio la Regione (dunque il Pd) ha deciso di investire decine di milioni di euro per tenere aperti ospedale e pronto soccorso, perché a Ferrara vuole chiuderli?

Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf/M5*

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