Attualità
9 Marzo 2019
Progetto Paesc. Obiettivo riduzione emissioni Co2 entro il 2020 praticamente raggiunto. Entro il 2030 riduzione del 41.8%

Energia e clima, cosa è stato fatto e cosa si farà

di Redazione | 4 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

di Matteo Malacarne

Ridurre del 41.8 % le emissioni di Co2 entro il 2030, questo è l’obiettivo principale del “Piano di azione per l’energia sostenibile e il clima/Terre Estensi-Paesc 2019-2030”, a cura dell’associazione Terre Estensi (Comuni di Ferrara, Masi Torello e Voghiera) in collaborazione con Sipro, nell’ambito di un progetto dell’Unione Europea per la fascia dell’Europa centrale.

Nella sala degli Arazzi della residenza municipale di Ferrara è stato presentato ai numerosi stakeholders il progetto che dà continuità al Piano di azione per l’energia sostenibile dell’associazione intercomunale Terre Estensi che ha preso avvio dalla sottoscrizione del patto dei sindaci da parte dell’associazione nel 2012. L’obiettivo del primo Paes era quello di ridurre le emissioni di Co2 del territorio di circa il 25% nel 2020, prendendo come anno base di riferimento il 2007, scopo che dati alla mano si potrà ampiamente raggiungere dato che nel 2017 si registrava una diminuzione di emissioni pari al 22%.

L’abbassamento delle emissioni è stato possibile, secondo i dati forniti dai Comuni, e si continuerà in questa direzione, grazie ad un maggior utilizzo di fonti di energia rinnovabili e grazie alla riduzione di uso di combustibili fossili.

All’incontro interviene Dante Bandiera, assessore del Comune di Voghiera, il quale introduce il Paesc come “una buona pratica di collaborazione tra le tre amministrazioni e i numerosi portatori di interesse. Questa è anche un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro, grazie a saperi specializzati e ricerca, e un modo per aumentare l’inclusione sociale”.

“Le azioni di adattamento al cambiamento climatico – dichiara l’assessore Caterina Ferri, del Comune di Ferrara –  sono il frutto di un lavoro partecipativo, svolto nell’arco di circa 8 mesi, che ha visto il Comune collaborare con imprese e sindacati, associazioni di categoria e ordini professionali, associazioni ambientaliste e culturali, università, gestori delle reti, aziende municipalizzate, che ringrazio”.

Roberto Mauro, ingegnere ambientale del Comune di Ferrara elenca quelle che sono i principali argomenti del progetto: “Nel 2019 è in programma un’analisi delle vulnerabilità e una valutazione dei rischi climatici, per arrivare poi nel periodo successivo che porta al termine del programma nel 2030 ad un aumento della resilienza e un’attuazione delle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici”.

Successivamente, si entra nel vivo della spiegazione del nuovo piano di azione. Sono Mara Pignataro e Cristina Ricci di Nier Ingegneria, azienda che ha collaborato alla realizzazione del progetto, ad illustrare le varie fasi del processo. “Sono stati analizzati il territorio, la popolazione, gli edifici, le industrie, i settori macroeconomici, le infrastrutture, la rete stradale e quella ciclabile per poi redigere un inventario base delle emissioni dove sono stati esaminati le riduzioni di emissioni per settori e per vettori energetici. Inoltre sono state studiate le vulnerabilità non presenti nel vecchio Paes. Grazie all’ottimo lavoro di Arpae Emilia Romagna è stato possibile verificare la caratterizzazione del clima e le evoluzione registrate, inoltre sono stati previsti anche i possibili pericoli futuri, approfondendo fattori di sensibilità e capacità di adattamento”.

Dall’analisi risulta che il territorio dei tre comuni ha una vulnerabilità di medio livello, necessità quindi la prosecuzione dell’individuazione e attuazione di strategia, piani e azioni per il cambiamento climatico. Si è arrivati a stabilire 12 azioni in corso ( irrigazione sostenibile,valorizzazione aree verde, individuazione aree che necessitano di magior irrigazione, ecc…) , 10 azioni da attuare nel breve futuro (demolizione edifici per dare spazio ad aree verdi, turismo tutto l’anno grazie a temperature più miti, ecc…) e 3 in programmazione (formare il pronto soccorso per malattie dovute al cambiamento climatico, ecc…), gli addetti ai lavori parlano di “grande risultato” e si complimentano “per la collaborazione dimostrata dai cittadini”.

In conclusione della presentazione prende la parola l’ingegnere Alessio Stabellini, del servizio ambiente del Comune di Ferrara, che illustra la cosiddetta terza fase, ossia cosa ci aspetta per il futuro. “Ogni due anni dovremmo effettuare un monitoraggio, ogni quattro anni, invece, dovremmo inviare un report direttamente all’Unione Europea. Cercheremo sia di essere attenti a individuare progetti che possano interessare gli stakeholders sia ad allargare i soggetti coinvolti”. Le idee per il Paesc cono quelle di creare un piano di comunicazione attraverso anche dei materiali come volantini e materiale illustrativo, aiutare il collegamento con gli uffici stampa dei tre comuni interessati, organizzare sia eventi dedicati sia protocolli con gli ordini professionali.

Infine tutte le parti ricordano come nel corso della revisione del progetto Paesc, in programma tra quattro anni, lo scopo sia quello di trovare ulteriori azioni per migliorare ancora l’operato da effettuare sul territorio.

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