Attualità
7 Marzo 2019
Le attiviste di Non una di meno in corteo dalla stazione al listone. In piazza anche Udi, Cgil, Cdg e Arcilesbica

“Fermare produzione e riproduzione”: sciopero femminista per l’8 marzo

di Redazione | 2 min

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Venerdì 8 marzo, al grido di “Non una di meno”, sarà sciopero femminista globale. Anche a Ferrara, dove le attiviste di Nudm incroceranno le braccia per “fermare la produzione e la riproduzione della società” e per “rifiutare i ruoli e le gerarchie di genere”.

Una protesta che porterà le partecipanti a “interrompere ogni attività lavorativa e di cura, formale o informale, gratuita o retribuita; portando lo sciopero sui posti di lavoro e nelle case, nelle scuole e nelle università, negli ospedali e nelle piazze”.

Una mobilitazione globale, appunto, che coinvolgerà anche la città estense con un corteo che, partendo alle 11 dal piazzale della stazione ferroviaria, arriverà fino in piazza Trento e Trieste per un presidio alle 12.30 e, nel pomeriggio, per una assemblea pubblica alle 16.

La manifestazione di Non una di meno è solo una delle attività in programma per la Festa della Donna. Anche Udi, Cgil, Centro Donna Giustizia e Arcilesbica scenderanno in piazza, precisamente sul listone, con diverse iniziative per ricordare che “da oltre cento anni l’8 marzo è un appuntamento di lotta per ottenere e affermare diritti”.

A partire dalle 9 si susseguiranno banchetti con materiale e documenti politici, distribuzione della mimosa, performance e letture. Saranno inoltre presenti studenti e studentesse della 2° D del liceo artistico Dosso Dossi di Ferrara che produrranno elaborati sulle cinque parole che accompagnano questa giornata: umane, diverse, unite, solidali, libere.

“Quest’anno l’8 marzo, dopo la manifestazione #NoPillon dello scorso 10 novembre in sessanta città italiane, Ferrara compresa – dichiarano i promotori – vuole offrire un’occasione per riflettere, a partire dal disegno di riforma del diritto di famiglia in materia di separazione, affido condiviso e bigenitorialità proposto dal senatore Pillon, che cancella con un colpo di spugna decenni di battaglie e di conquiste delle donne e contro il quale prosegue la nostra mobilitazione”.

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