Le morti per legionella all’ospedale di Cona salgono alla ribalta nazionale e approdano negli studi di Rai Uno, dove martedì mattina parte della trasmissione Storie Italiane, condotta da Eleonora Daniele, è stata dedicata ai casi di Giuliano Catozzi e Lina Fogli, i pazienti deceduti rispettivamente l’8 agosto 2015 e il 31 marzo 2016, le cui famiglie sono impegnate in una serrata battaglia legale con l’azienda Sant’Anna per risalire alle eventuali responsabilità dei decessi.
E durante la trasmissione sono emerse critiche molto esplicite – anche da parte degli ospiti in studio – sia al direttore generale dell’azienda Sant’Anna Tiziano Carradori che, per motivi diversi, alla procura di Ferrara, che da circa tre anni ha aperto le indagini sul caso di Catozzi e successivamente su quello di Fogli. Le vicende, per chi le ha seguite a livello locale, sono note e con diversi punti in comune: Catozzi entrò a Cona il 7 luglio 2015 per uno scompenso cardiaco e a due settimane dal suo ricovero nel suo sangue non fu riscontrata la presenza di legionello, come invece avvenne il 31 luglio, la settimana prima del decesso. La comacchiese Lina Fogli fu ricoverata nel reparto di nefrologia di Cona dal 4 al 20 luglio 2016, ma pochi giorni dopo essere stata dimessa le scoppiò una violentissima broncopolmonite. Fu quindi nuovamente ricoverata prima all’ospedale di Lagosanto e poi il 27 febbraio nel reparto di rianimazione di Cona, dove morì il 31 marzo.
Entrambe le famiglie e i loro legali, oltre al Comitato Vittime della Pubblica Amministrazione che segue il caso di Catozzi, sostengono che in entrambi i casi la legionellosi è stata contratta all’ospedale di Cona, visto che i suoi tempi di incubazione vanno da due a dieci giorni e i propri cari erano ricoverati al Sant’Anna nel momento in cui sarebbe avvenuto il contagio. Un punto che gli inviati di Rai Uno hanno fatto presente al direttore generale dell’azienda Sant’Anna, Tiziano Carradori, che ha affermato che le indagini sono in corso e occorrerà attendere le conclusioni della magistratura. “Siamo noi ad aver segnalato questi casi all’autorità giudiziaria – è la puntualizzazione iniziale di Carradori -. In questo momento però non si può affermare che la presenza di legionella e i due decessi siano fatti collegati”.
Una posizione fin troppo ‘tecnica’ secondo buona parte dei presenti nello studio Rai, tra cui l’ex presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Mario Falconi che pur affermando come Carradori che “sarà la magistratura ad accertare se sono state messe in atto tutte le procedure preventive” non gli risparmia una critica quando dice che “se davvero è possibile che la legionella è stata contratta in quell’ospedale, io avrei detto che mi dispiace moltissimo per le famiglie, e che avrei controllato con estrema attenzione perché i casi non si ripetano. A livello di comunicazione mi sarei espresso in modo molto diverso”.
Oltre alla questione del ‘tatto’ di Carradori si sollevano però anche alcune critiche nei confronti della procura di Ferrara. A partire da Aldo Ferrante, che lamenta gli “oltre tre anni passati dall’apertura dell’indagine” e afferma: “Vorremmo che il procuratore della repubblica di Ferrara sottraesse l’inchiesta al pm incaricato e la prendesse in carico, perchè le indagini devono arrivare a una conclusione”. Tra i legali ospiti in studio c’è anche chi sostiene che la procura deve rispettare un termine vincolante: sei mesi per le indagini preliminari, con due anni di possibile proroga. Un termine che tuttavia – è giusto specificare – in questo caso non si applica, dal momento che il fascicolo aperto sui due decessi a Ferrara è contro ignoti e quindi non è sottoposto a questa scadenza. Ma termini di legge o meno, alla fine il messaggio lanciato dalle famiglie Fogli e Catozzi trova l’appoggio anche della presentatrice Eleonora Daniele: “Dopo oltre tre anni di attesa, queste famiglie hanno il diritto di sapere la verità e di chiedere giustizia per i propri cari”.
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