Cronaca
27 Febbraio 2019
Conglomerato venduto come ecologico ma contiene sostanze nocive. Paron sull'indagine dell'Antimafia: "Stiamo facendo i dovuti approfondimenti sui singoli appalti"

Strade al veleno? “La Provincia sta valutando se costituirsi parte civile”

di Redazione | 2 min

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Ci sono anche dodici Comuni del Ferrarese coinvolti nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia che ha rilevato “strade al veleno” nel nord Italia e anche a Bondeno, Comacchio, Mesola, Codigoro, Copparo, Portomaggiore, Argenta, Poggio Renatico, Terre del Reno, Ostellato, Fiscaglia e Lagosanto.

I carabinieri forestali hanno trovato diverse sostanze nocive ben al di sopra della soglia di legge – quali nichel, piombo, cromo e cloruro – nel “Concrete green”, il conglomerato ecologico usato per asfaltare piazzali e strade interpoderali.

Il materiale veniva venduto come “conglomerato ecologico certificato” a un prezzo concorrenziale ma, alla luce delle indagini, non veniva sottoposto alla decontaminazione e quindi presentava sostanze pericolose oltre il limite, conferite in oltre settanta cantieri dove sono stati impiegati complessivamente più di 308mila tonnellate nel triennio 2014-2016.

Si trattava quindi di un vero e proprio rifiuto secondo la Procura antimafia che, tramite il pubblico ministero Giovanni Zorzi, ha chiesto il rinvio a giudizio per tre imprenditori veronesi – G.D.T., 59 anni e S.S. 49 anni, entrambi residenti a Cerea, e L.M., 58enne di Minerbe – indagati per traffico e gestione illegale di rifiuti utilizzati, tra il 2014 e il 2016, in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia.

L’udienza preliminare è fissata il prossimo 20 marzo davanti al gup del tribunale di Venezia. Numerose le parti offese che potranno costituirsi parte civile: dalle stesse Regioni Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, alle province di Verona, Padova, Rovigo, Mantova, Modena, Bologna oltre ad un centinaio di Comuni.

“Da quanto appreso dalla comunicazione del tribunale di Venezia ricevuta qualche settimana fa, ad oggi la Provincia di Ferrara non è interessata, nel senso che non ha strade realizzate dalla ditta indagata” spiega la presidente della Provincia Barbara Paron che, però, ha “incaricato gli uffici tecnici per fare i dovuti approfondimenti sui singoli appalti. Al momento non ci sono elementi da indurre a costituirci parte civile ma le indagini sono tutt’ora in corso quindi valuteremo questa possibilità”.

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