Cento
24 Febbraio 2019
L'incontro in sala Zarri con la casa circondariale Rocco D'Amato di Bologna

Scuola e carcere, gli studenti del “Guercino”a lezione di legalità e solidarietà

di Redazione | 2 min

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Cento. In Sala Zarri, per il quinto anno consecutivo, l’Istituto Comprensivo “Il Guercino” di Cento ha incontrato la casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna nella giornata della legalità e della solidarietà.

Erano presenti il maggiore del Comando Compagnia Carabinieri di Cento, Antonino Lembo, il luogotenente Tenenza di Guardia di Finanza di Cento, Maurizio Verdini, l’assessore Associazionismo e volontariato Matteo Fortini, la dirigente dell’istituto Anna Tassinari. Il progetto è una riflessione sul valore della legalità e sull’importanza del rispetto delle regole, senza tralasciare la solidarietà, l’aiuto che si deve dare a chi ha sbagliato per potere recuperare e imparare dagli errori.

Come ha detto la dirigente scolastica Anna Tassinari all’apertura della mattinata, la legalità comincia nella piccola comunità della scuola, dove esistono regolamenti, regole condivise, il cui rispetto garantiscono l’organizzazione e il benessere dei membri della comunità: i ragazzi, ma anche chi vi lavora, dagli insegnanti al personale. Il maggiore Lembo ha ricordato gli articoli della Costituzione e un discorso del Presidente della Repubblica che auspicava che tutti i cittadini siano “Sentinelle della legalità”. L’importanza di una cultura della legalità, di un senso di cittadinanza attiva e di rispetto gli uni verso gli altri sono valori fondanti dell’Istituzione Scuola e, come ha ricordato l’assessore Fortini, in questa mattinata, forze dell’ordine e istituzioni, scuola, Amministrazione comunale, sono insieme per trasmettere questo valore al nostro futuro: i nostri ragazzi.

L’incontro è proseguito con l’intervento degli operatori del carcere: il direttore dell’area trattamentale Massimo Ziccone, l’ispettore Molinaro della polizia penitenziaria, il cappellano Marcello Matté, l’infermiera Simona Balboni e il responsabile del squadra del rugby, hanno spiegato ai ragazzi che il carcere, pur essendo un luogo di sofferenza e sconto di pena, offre comunque la possibilità di un reale recupero con le varie attività e progetti proposti. Il percorso continuerà con la visita del carcere da parte di un gruppo di alunni delle classe terze. Il progetto è stato proposto dalla professoressa Tarantini. Ma perché parlare di carcere a scuola? Da questa idea, accolta con entusiasmo dalla dirigente Tassinari, è stato successivamente aggiunto il percorso della solidarietà, del non giudizio, perché la scuola deve insegnare a non mettere ettichette e a dare sempre una seconda possibilità, come avviene appunto nella piccola comunità di una istituzione scolastica.

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