Politica
22 Febbraio 2019
L’ultimo segretario del Partito Comunista Italiano presenta il suo libro a Ferrara

Achille Occhetto racconta “la lunga eclissi” della Sinistra

di Redazione | 2 min

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Achille Occhetto

Sabato 23 febbraio, alle 18, presso la Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara, Achille Occhetto presenta “La lunga eclissi. Passato e presente del dramma della sinistra” (Sellerio), un’analisi lucida delle ragioni attuali della crisi, ovvero fatti e circostanze, personaggi e segreti della scena europea e mondiale dal dopoguerra ad oggi.

Achille Occhetto è stato l’ultimo segretario del Pci e il primo del Pds, il Partito Democratico della Sinistra che gli è succeduto nel 1989, alla caduta del comunismo sovietico, e autore della cosiddetta «Svolta della Bolognina», dal nome della sezione bolognese dove lui stesso proclamò la rottura degli ancoraggi ideologici e organizzativi alla tradizione leninista e sovietica. È quindi un testimone d’eccezione sia dei giorni sia delle ragioni del «declino della sinistra», o «delle sinistre» per meglio dire.

Un declino che è cominciato allora e che oggi sembra giunto a un punto drammatico, per alcuni conclusivo, e che Occhetto preferisce chiamare «eclissi» per sottolineare che, se «il sol dell’avvenir» appare oggi oscurato, non è il tramonto definitivo. E infatti, nella parte finale di questo suo libro, nella pars, per così dire, construens, l’autore avanza molte proposte che possono andare sotto lo slogan della «contaminazione culturale della sinistra».

Ma questa conclusione propositiva viene alla fine della stringente analisi delle cause e delle circostanze della crisi, che occupa in effetti la quantità prevalente del libro, il quale è soprattutto una analisi critica. Secondo l’anziano e autorevole leader la crisi viene da lontano. Dal modo di affermarsi della rivoluzione bolscevica. L’esito della rivoluzione, se da un lato fu premessa di un periodo di successi (successi favoriti dal trionfo dei fascismi e dalla seconda guerra mondiale), d’altro lato preludeva alla crisi radicale dei nostri giorni.

Infatti, in primo luogo il bolscevismo trascinava con sé una concezione che divideva il mondo in due campi, il socialista e il capitalista, legando la sinistra a fare proprie, non tanto le ragioni progressiste universali, quanto quelle del «campo socialista», cioè dell’Urss (per di più stalinista). In secondo luogo, quella rivoluzione e l’autoritarismo che ne era seguito distruggevano la qualità intrinseca del pensiero e della pratica di sinistra, ossia il pluralismo culturale a favore di un dogmatismo intransigente. Un’analisi lucida delle ragioni attuali della crisi, ovvero fatti e circostanze, personaggi e segreti della scena europea e mondiale dal dopoguerra ad oggi, che non si limita all’esame teorico freddo, ma analizza e racconta insieme, faccia a faccia, la propria esperienza appassionata delle grandezze e delle cadute, dei bagliori e delle tenebre che furono l’immensa storia della sinistra.

Dialoga con l’autore Massimo Maisto.

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