Portomaggiore
20 Febbraio 2019
Nel dicembre del 2014 la giovane venne rapita, sequestrata e violentata da sette persone in un casolare

Stupro di gruppo su una ragazza, un’assoluzione e un rinvio a giudizio

di Redazione | 2 min

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La rapirono e la stuprarono a turno in sette per lunghe ore prima di restituirle la libertà. Questa è l’accusa con cui si presentati ieri davanti al gup del tribunale di Ferrara tre persone imputate di violenza sessuale di gruppo, sequestro di persone e rapina aggravata.

I fatti risalgono alla notte del 5 dicembre del 2014. La vittima, una ragazza di origine serba all’epoca 26enne viene fermata in strada da due persone lungo via Veneziani a Ferrara, dove stava lavorando. I due la costringono a forza a salire in macchina, la picchiano, le rubano la borsetta con dentro soldi e cellulare e iniziano ad abusare di lei. Il primo stupro avviene in auto.

Poi la ragazza viene portata in un casolare abbandonato in via Portoni a Portomaggiore, dove si trovano altre cinque persone. Qui avviene la violenza di gruppo. Gli aguzzini si danno il turno per più di due ore, prima di liberarla.

Verrà notata intorno alle 5 da una pattuglia dell’Arma, mentre cammina lungo via Olmo in stato confusionale.

Solo mesi dopo, a maggio, la vittima riconosce uno degli stupratori. All’interno di una mensa nota i tatuaggi di uno degli uomini che abusò di lei. Qui il primo indizio valido per i carabinieri del Norm di Portomaggiore, che arriveranno ad indagare altre due persone tramite riconoscimenti fotografici effettuati dalla 26enne.

Un quarto viene invece incastrato dalle tracce del dna trovato nel casolare (su un mozzicone di sigaretta) e su una felpa della ragazza. Si tratta di Piotr Cunitin, cittadino moldavo di 41 anni che si trovava in carcere a Parma per reati contro il patrimonio, giudicato separatamente e condannato in primo grado a 8 anni in rito abbreviato.

Ieri invece a processo si sono presentati altri due imputati. Per un terzo, irreperibile, il giudizio è sospeso. Uno dei due è stato rinviato a giudizio. Per lui la relativa udienza si terrà il 25 settembre. L’altro invece, difeso dall’avvocato Giampaolo Remondi, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Lo stesso pm, al termine dell’udienza, ne aveva chiesto l’assoluzione.

Il difensore, pur essendo stato il suo assistito riconosciuto fotograficamente, ha dimostrato che si trattava di un errore di persona. La donna ne aveva anche riconosciuto un indumento, ma anche qui è stato dimostrato come l’acquisto del capo in questione fosse successivo al giorno dello stupro di gruppo.

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