Ars et Labor. Giacomel: “Chi va in campo deve dare il 100%”
“Non possiamo nasconderci dietro alle assenze – esordisce Di Benedetto nel postgara – abbiamo fatto una brutta prestazione dall'inizio alla fine"
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Pioggia di fischi per l'Ars et Labor, sconfitta in casa da un Pietracuta 'corsaro'. I rossoblu romagnoli s'impongono 0 a 1 grazie a un gol di Zannoni al 29'. Prestazione da dimenticare per i biancazzurri, protagonisti di una gara che definire "brutta" sarebbe persino un complimento
Alla vigilia della sfida casalinga con il Pietracuta, il mister biancazzurro Stefano Di Benedetto ha fatto il punto della situazione in casa Ars et Labor dopo tre mesi dall’inizio della stagione
Storica decisione a tutela delle famiglie omogenitoriali. Gli avvocati: "Sentenza che riafferma il diritto dei bambini a vedersi riconosciuta la propria identità familiare senza discriminazioni"
A seguito del lancio dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Ferrara su falsi embrioni e procurato aborto, l’Azienda Usl di Ferrara ha annunciato che ha disposto in via precauzionale la sospensione temporanea dell’attività del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) dell’ospedale del Delta, a Lagosanto

Federico Chiesa, protagonista dell’episodio deciso dal Var (foto di Alessandro Castaldi)
di Arnaldo Ninfali
Ci risiamo: ancora una volta il Var ha fatto l’occhiolino alla Fiorentina e a farne le spese, questa volta, è toccato alla Spal.
Il clamoroso precedente risale alla partita Fiorentina–Roma del 3 novembre 2018, quando il viola Simeone cadde in area avversaria, ma a nessuno lì attorno passò per la testa che avesse subito fallo. Solo al Var venne un sospetto e, dopo un esame accurato dell’azione incriminata, se ne convinse e il rigore che seguì portò in vantaggio i viola. Così ora, in merito a quell’episodio, gli unici ad avere delle certezze sono i tifosi fiorentini e quelli romanisti, i primi sicuri della legittimità del penalty, i secondi dell’esatto contrario. Per il resto è nebbia fitta e si comprende solo che il Var mostra difetti sui quali bisognerebbe intervenire. Tanto più che domenica al Mazza è accaduto anche di peggio: il vantaggio della Spal annullato e trasformato in vantaggio per la Fiorentina, per un ipotetico fallo su Chiesa che nessuno aveva rilevato, giocatori viola compresi. Un fatto inedito che fa molto pensare sulla pericolosa deriva a cui sta andando incontro lo sport più bello del mondo.
Alla luce dei fatti, prendersela con l’arbitro e i responsabili del diabolico marchingegno non ha senso, dato che hanno applicato il regolamento. L’unico loro torto è stato di abboccare all’inganno di Federico Chiesa, trasformatosi in un missile terra-aria solo per un lieve contatto con la punta di un piede di Felipe.
Il problema quindi sta nello stabilire la volontarietà o meno della caduta in area avversaria e, a questo scopo, sarebbe necessario convincere gli attaccanti, come il suddetto Chiesa, che ricorrere alla simulazione non è conveniente. Se ad esempio si rendesse obbligatorio il ricorso al Var ogni volta che uno cade nell’area avversaria e, qualora la simulazione risultasse evidente, il cartellino rosso ne fosse la logica conseguenza, forse i ruzzoloni in area sarebbero meno frequenti e le decisioni arbitrali farebbero meno discutere. Naturalmente, qualora l’interessato dichiarasse di essere caduto accidentalmente, non si renderebbe necessario il giudizio del Var.
Questo sarebbe anche un modo per contrastare un’antisportività che nel calcio sembra oggi una nota di merito, a giudicare dall’indulgenza con cui i telecronisti trattano il fallo tattico: “è stato costretto al fallo”, dicono per sottolineare la scaltrezza di chi lo commette.
Ben venga, dunque la tecnologia del Var nel calcio di oggi, ma che svolga anche una funzione dissuasiva dell’antisportività, assieme a quella di segnalazione e sanzione delle irregolarità nelle azioni di gioco.
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