Comacchio
5 Febbraio 2019
Ufficialmente contraria al progetto da mesi, l'associazione auspica soluzioni occupazionali alternative in zona, oltre al recupero dello stabilimento dismesso

Ex Cercom, Confesercenti soddisfatta per l’addio alla “Fabbrica delle Polveri”

di Redazione | 2 min

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Comacchio. “Apprendiamo con soddisfazione la rinuncia da parte di Sacmi alla realizzazione della “Fabbrica delle Polveri” nell’area Ex Cercom”. Parlano così i rappresentanti di Confesercenti, unica associazione di categoria che ha fatto propria la battaglia del Comitato No fabbrica nel comacchiese, tanto da riprendere ufficialmente l’espressione ‘delle Polveri’ in un comunicato di soddisfazione per gli ultimi accadimenti.

“La nostra associazione si era espressa già diversi mesi fa contro un progetto che avrebbe determinato un nuovo insediamento industriale all’interno di un contesto fragile e giustamente tutelato come quello del Parco del Delta del Po: il nostro territorio costiero ha già scelto quale sia l’industria che occorre favorire e sviluppare, ossia quella turistica, in grado di valorizzare le qualità ambientali, storiche e culturali uniche che possiamo vantare”.

Crediamo sia stato inopportuno mettere in discussione queste scelte, o peggio ancora averle contrapposte a potenziali sviluppi occupazionali. L’industria turistica, con il suo naturale indotto commerciale e di servizi, è grande generatrice di occupazione, operando in attività difficilmente meccanizzabili e di impossibile futura ricollocazione. Siamo certi che continuare ad investire nel suo sviluppo produrrà ben più posti di lavoro di quelli ipotizzati nel progetto della Sacmi, ed eviterà gli ulteriori aggravi di traffico pesante sulla Statale Romea”.

“Siamo peraltro convinti – concludono da Confesercenti – che esistano altri contesti, sempre all’interno della nostra provincia, più idonei ad accogliere un insediamento industriale come quello che si voleva fare nell’area ex-Cercom, e a garantire la prospettiva di un incremento occupazionale della quale c’è certamente necessità. Ma non a qualunque prezzo. Auspichiamo infine che sull’area ex-Cercom non si spegna ora l’attenzione, e si punti invece ad un progetto di recupero, e se possibile, bonifica e rinaturalizzazione”.

 

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