Attualità
31 Gennaio 2019
Lettera della Commissione al Governo. Rischio procedura d'infrazione per aiuti di stato a causa del meccanismo automatico. Il vicepremier: “L'Europa se ne deve fare una ragione”

Carife. Dubbi Ue sugli indennizzi automatici. Di Maio: “Andiamo avanti”

Luigi Di Maio (foto dalla sito web del Mise, CC BY-ND 3.0)
di Daniele Oppo | 2 min

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Luigi Di Maio (foto dalla sito web del Mise, CC BY-ND 3.0)

Luigi Di Maio (foto dalla pagina Facebook del Mise, CC BY-ND 3.0)

Come previsto da tempo e da più parti, il percorso scelto dal Governo per rimborsare gli azionisti e gli obbligazionisti della Carife azzerati (e delle altre banche fallite) non sarà affatto lineare e privo di incertezze: l’Unione Europea sta di fatto mettendo in guardia l’Italia su una possibile procedura d’infrazione per aiuti di stato.

L’ennesima conferma viene questa volta direttamente dal vicepremier Luigi Di Maio che, durante lo show in diretta streaming per mostrare quanto fatto dal Governo fino ad oggi, ha svelato che “oggi (giovedì 31 gennaio, ndr) è arrivata una lettera dall’Unione Europa  che sembra dirci: non lo potete fare”. Di Maio si è subito prodigato ad assicurare che le cose andranno comunque avanti: “Non esiste che l’Ue ci debba dire anche come dobbiamo risarcire i truffati di quelle banche che evidentemente la Bce e Bankitalia non hanno monitorato abbastanza bene ed è per questo che abbiamo perso poi un sacco di risparmi degli italiani.  Abbiamo messo in sicurezza quella fascia di risparmiatori che aveva perso tutto”. “I truffati delle banche vanno risarciti con un indennizzo. Punto – ha aggiunto -. Non possiamo metterli in mano ad un lodo arbitrale e incominciare un contenzioso, non è questa la nostra intenzione e l’Europa se ne deve fare una ragione”.

Qui sotto il video, dal minuto 22 circa parla dei risarcimenti:

Il nodo principale è l’automatismo degli indennizzi, per i quali sono stati stanziati 1,5 miliardi per tre anni, non più soggetti alla prova del misselling. Nel primo testo, quello approvato dalla Camera l’8 dicembre, era invece previsto che gli indennizzi potessero essere erogati solo in caso di truffa comprovata da sentenza o lodo arbitrale, in linea con quanto chiesto dall’Europa. Altro punto critico è l’estensione della platea dei beneficiari alle microimprese e alle Onlus.

La prova muscolare di Di Maio però non sembra essere del tutto condivisa all’interno della maggioranza. Se da un lato ci sono la rassicurazione che il sottosegretario Alessio Villarosa aveva dato agli azzerati sul fatto che l’Ue non avrebbe creato problemi, dall’altra il collega Massimo Gravaglia della Lega, già dopo una prima lettera della Commissione, aveva riferito alla Reuters di avere delle perplessità sul testo definitivo del provvedimento e che in caso di rilievi Ue sarebbe stato modificato. Non rimane che vedere quale linea prevarrà e se e quale sarà il punto di mediazione con la Ue: il rischio principale per ora è il blocco degli stanziamenti, ma se il braccio di ferro dovesse prorogarsi a oltranza, anche dopo l’effettiva liquidazione degli indennizzi, teoricamente gli azzerati potrebbero anche vedersi costretti a restituire quanto ricevuto.

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