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Un momento dei controlli nell’allevamento abusivo
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Sarà probabilmente un processo lampo quello a carico di F.M., 47enne accusata di abbandono di animali dopo il blitz del maggio 2017 operato dalla Polizia provinciale in casolare di in campagna a Viconovo, dove vennero sequestrati 34 cani di razza, tenuti in precarissime condizioni igieniche e di salute.
Nell’udienza di martedì 22 gennaio sono stati sentiti gli agenti della provinciale che hanno eseguito il sequestro e il personale del servizio veterinario, intervenuto successivamente per verificare le condizioni di salute degli animali. Dal controllo è emerso che i cani erano tenuti in cattive condizioni igieniche, mancava l’acqua corrente e veniva utilizzata quella di un pozzo, c’erano solo due ciotole per tutti, compresi alcuni cuccioli.
In tutto vennero ritrovati 20 Alaskan Malamute, 11 pastori Shetland e 3 volpini di Pomerania, quasi tutti sotto i due anni, tratti in salvo dalla Polizia provinciale e dal servizio veterinario dell’Ausl con la collaborazione del canile municipale di Ferrara, quello della Lega Nazionale della Difesa del Cane e del canile intercomunale di Portomaggiore. Venti cani vennero affidati e ricoverati al canile comunale di Ferrara, gestito dall’associazione Avedev, poi aumentati a 30 per la nascita di 10 cuccioli da una mamma gravida. Gli altri furono ricoverati al rifugio della Lega per la Difesa del Cane di Ferrara e al canile intercomunale di Portoverrara. Anche per questo l’Avedev, l’associazione che gestisce il canile comunale di Ferrara e che si è occupata dei cani sequestrati, si è costituita parte civile tramite l’avvocato Davide Bertasi.
Si diceva processo lampo, perché dopo la prima udienza di settembre e quella di martedì, la prossima, fissata per il 14 marzo, potrebbe essere già quella conclusiva: verrà sentita – se lo vorrà – l’imputata (difesa dall’avvocato Stefania Smanio) e il giudice Sandra Lepore ha già avvisato le parti di prepararsi per la discussione.
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