Attualità
22 Gennaio 2019
"L'analisi delle acque è solo uno degli strumenti a disposizione dei tecnici, ma in questo caso non è stato necessario"

Morìa di pesci nel Gramicia, Arpae respinge le accuse di Falciano

di Redazione | 3 min

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L’Arpae respinge al mittente le accuse di Marco Falciano dell’Unione Pescatori Estensi in seguito alla segnalazione di una morìa di pesci nel canale Gramicia a Baura (“gli enti di controllo raramente effettuano analisi chimico-fisiche delle acque sottoposte a fenomeni di inquinamento o moria) e annuncia che comunicherà agli enti competenti gli esiti degli accertamenti.

Qualche anticipazione sul risultato del sopralluogo effettuato in zona tuttavia viene riportato. “Nel corso del sopralluogo – spiegano infatti da Arpae – si è appurato che la corretta localizzazione della morìa di pesci era in località Boara (Ferrara), presso il canale consortile denominato Fossetta Val d’Albero, correttamente individuata dai tecnici esplorando i corsi d’acqua della zona. Al momento del sopralluogo il livello del canale era basso e l’acqua torbida e maleodorante, con presenza di una significativa quantità di carcasse di piccoli pesci. All’altezza del ponte di collegamento tra via Copparo e via C. Oddo Tomaini è presente un grosso manufatto di cemento che scarica i reflui civili domestici di un consistente agglomerato abitativo nel canale. Poco distante, il Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara stava effettuando lavori di consolidamento degli argini, attività confermata da rappresentanti del Consorzio stesso, presenti al momento del sopralluogo, che hanno tra l’altro dichiarato che per attuare tali lavori si è dovuto interrompere il flusso dell’acqua nel canale. Peraltro tali lavori, già in atto da qualche tempo, proseguiranno per un tempo non quantificato al momento del sopralluogo”.

E’ proprio questa situazione di scarsità di acqua stagnante, aggravata anche dall’immissione degli scarichi domestici non allacciati alla pubblica fognatura nel canale, che secondo Arpae avrebbe determinato la morìa di pesci segnalata.

“In tale contesto – continua la nota – il personale di Arpae intervenuto ha ritenuto non effettuare campionamenti e analisi delle acque per stabilire le cause della moria di pesci, in quanto ampiamente motivata da quanto sopra esposto”.

La stessa Arpae infine precisa che “l’analisi delle acque è solamente uno degli strumenti a disposizione dei tecnici dell’Agenzia per condurre le indagini necessarie a risalire alle cause degli eventi segnalati. In funzione delle circostanze che si riscontrano a seguito di segnalazioni per morie di pesci, infatti, i tecnici di Arpae verificano il luogo dell’evento, risalgono i corsi d’acqua limitrofi, individuano eventuali punti di immissione critici o sversamenti non autorizzati e, eventualmente, procedono al campionamento e all’analisi di campioni di acqua qualora tali attività siano effettivamente utili alla conoscenza del problema. In merito alle possibili cause che possono determinare morie di fauna ittica, si precisa che la qualità delle acque superficiali va valutata in generale, prendendo a riferimento non solamente gli aspetti relativi alla eventuale contaminazione delle acque dovuti a scarichi civili o produttivi, ma anche tutti gli altri fattori che possono incidere sulle condizioni di vita dei pesci tra cui il livello idrico del corso d’acqua, il livello di ossigeno disciolto e la temperatura dell’acqua. Va inoltre tenuto presente che eventuali inquinanti o altre condizioni che possono aver determinato la moria di pesci, spesso non sono evidenziabili con certezza nel punto in cui si nota visivamente l’evento, in quanto il corso d’acqua si muove trasportando le sostanze chimiche e pesci morti, o anche solo agonizzanti, che si accumulano poi a valle nel primo punto in cui la corrente rallenta”.

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